La strage di Magdeburgo tra luci e ombre: come cercano di nascondere l’ipotesi della matrice islamista

Sulla tragedia di Magdeburgo si è già parlato tanto. La vicenda resta comunque avvolta nel mistero. Troppe incognite. Troppe cose che non tornano. Ciò non sminuisce la drammaticità del fatto, che ci ricorda una cosa importante quanto triste: ormai in Europa si fa fatica a sentirsi sicuri, a scendere di casa in tranquillità, a frequentare luoghi di attrazione e affollati senza l’ansia che possa capire qualcosa. Non scippi e furtarelli, ai quali bisogna sempre prestare attenzione, ma qualcosa di veramente grave. Le cinque vittime (con il bilancio che – speriamo di no – potrebbe aggravarsi nelle prossime ore) non si sarebbero mai aspettati che avrebbero trovato la morte di sabato sera mentre passeggiavano tra i tipici mercatini di Natale. Nell’esprimere solidarietà “all’intero popolo tedesco”, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha spiegato che “dobbiamo essere attenti a come gestiamo le nostre politiche anche per come riusciamo a garantire la sicurezza  dei nostri cittadini. Quindi, anche questa è una materia che riguarda  la questione della sicurezza”.

Sull’attentatore è stato detto tanto. Tutto faceva pensare (e in realtà fa pensare ancora) a un attentato terroristico di matrice chiaramente islamista. L’uomo, un 50enne proveniente dall’Arabia Saudita, sarebbe uno psichiatria arrivato in Germania già da diversi anni. Non avrebbe mai commesso crimini in Europa, ma l’Arabia Saudita ha confermato di aver lanciato alle autorità di sicurezza tedesche ben tre avvertimenti riguardanti l’uomo, Taleb Al Abdulmohsen. Si consideri poi la prossimità al Natale, una festa puramente cristiana. Dunque: un attentatore immigrato e islamico che fa una strage nel periodo natalizio in un luogo simbolo della festa, come i mercatini. Brutto da dire, ma un attentato come tanti altri a cui, anche questo è brutto da ammettere, ci siamo abituati…

A un certo punto, si viene a sapere che l’uomo aveva creato su di sé l’immagine di un uomo nuovo, distaccato dalle sue origini, vicino alla destra tedesca, a figure di riferimento come Elon Musk e appassionato sostenitore del mondo femminile. Tutto ciò che in realtà stona con l’azione compiuta. Ma tanto è bastato per cambiare la narrativa dei giornali che, da quando raccontavano l’avvenimento con la solita minimizzazione che si usa per casi simili, hanno iniziato a sfoderare l’altrettanto solito arsenale di battaglia nei confronti della destra, quasi a voler rendere il partito tedesco di destra Afd ed Elon Musk complici di un tale fatto. Emblematiche alcune diciture, del tipo: “L’uomo sosteneva Musk e altri complottisti…”, quasi come se il patron di X fosse un tizio poco raccomandabile. Il cambio di narrazione è palese da parte di certi quotidiani, che hanno preferito raccontare, quando ancora si è nel campo delle ipotesi, la versione a loro più gradita, e non quella che emerge dall’evidenza dei fatti. Perché dire di essere un fan di Elon Musk e uccidere 5 persone e ferirne 200 davanti ai mercatini di Natale, beh sono francamente cose diverse. Ma scrive bene Daniele Capezzone questa mattina su Libero: questa strategia comunicativa “ovviamente non funzionerà. Perché le persone normali, il cui cervello non sia in ammollo nel brodo woke, comprendono bene che le parole chiave della storia sono e restano due: immigrazione e Islam”.

E se l’uomo avesse costruito dunque l’immagine di una persona diversa soltanto per nascondere il suo fine? Pare che questa sia la tesi sostenuta anche dall’Arabia Saudita. Il governo tedesco, allora, farà bene a ragionare non solo sul peso dell’immigrazione sulla sicurezza, ma anche sulla prevenzione di certe stragi, per ora fallimentare.

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1 commento

  1. Quella del falso “islamofobo” vero islamista emotivamente appare la spiegazione più immediata e semplice.
    Per i cittadini europei Taleb Al Abdulmohsen è un saudita, quindi musulmano, e ha fatto un attentato a Natale uccidendo cristiani come in ogni guerra islamica con martirio tipica di questi fanatici.
    La cosa permane a mio modo di vedere piuttosto oscura.
    Il mezzo usato per la strage è tale da non richiedere particolari complici nel procurarselo. Fossero state armi si sarebbe potuto cercare di risalire ai fornitori, a dei complici.
    Taleb era in Germania dal 2006, da quasi 20 anni, con asilo politico dal 2016. Ci hanno messo 10 anni. Anche questo appare singolare. L’efficiente Germania è peggio della burocratica Italia.
    Al di là delle farneticazioni “complottiste” – che c’entra mai Elon Musk? – e delle condizioni mentali del Taleb, la prima cosa che viene da chiedersi in casi come questo è “cui prodest”: a chi giova?
    Agli islamici? Taleb sarebbe stato “dormiente” per quasi vent’anni, poi fa un gesto terroristico islamista. Probabilmente un po’ di squilibrio mentale ci deve essere, sembra che anche i tedeschi, con una superficialità che tante volte imputiamo agli italiani, lo avessero segnalato ma non abbiano preso nessuna misura di prevenzione.
    Ad AFD? E’ l’unica organizzazione ad avere immediato vantaggio politico. Roba da incendio del Bundestag.
    Dove va la Germania?

    Con affetto

    Alessandro

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