La Terza Carica dello Stato: mani in tasca durante l’Inno Nazionale

Le mani in tasca, la giacca sbottonata, lo sguardo nel vuoto e non un accenno ai versi di Mameli. Ecco come si comporta il Presidente della Camera FIco durante la celebrazione dell’Inno Nazionale a Palermo per l’arrivo della Nave della Legalità, in vista della Commemorazione per l’anniversario della Strage di Capaci.

Questo atteggiamento non offende solo le Istituzioni che lo stesso Fico dovrebbe rappresentare ai più alti livelli, ma appare quasi “blasfemo” per il luogo e il contesto in cui si manifesta.

Cosa, se non il senso della Patria, ha portato Giovanni Falcone fino alle più estreme conseguenze? A sacrificare la sua stessa vita sull’altare del rispetto delle regole dello Stato e del perseguimento della giustizia?

Eppure in tempi di relativismo estremo come questi, ci aspettiamo che qualche lettore storcerà il naso dicendo che questo giornale si appiglia a un eccessivo formalismo, perchè si sa, ai Cinque Stelle tutto è permesso, abbonato, condonato e che non sono certo gli atteggiamenti pubblici questi hanno a definire il loro senso dello Stato e a descrivere la loro capacità di difendere l’Italia.

Peccato che su forma e sostanza non la pensava così lo stesso Magistrato ucciso dalla mafia quando disse:

“Se poni una questione di sostanza, senza dare troppa importanza alla forma, ti fottono nella sostanza e nella forma.”

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