Appena 2 giorni fa, è apparso sul sito dello storico giornale “di sinistra” ossia L’Unità, un editoriale firmato dal Direttore Pietro Sansonetti. Il titolo è tutto un programma, in alto e a caratteri cubitali “Meloni e Travaglio uniti nel nome del nuovo fascismo: riempire le carceri”. Non si sa da dove sia stata partorita questa teoria dell’assurdo, peraltro accomunando due persone che nella maggior parte dei casi hanno un pensiero politico differente. Un modo come un altro per alimentare la paura e cercare di segnalare un pericolo laddove non esiste, utilizzando sempre lo stesso espediente per delegittimare il Premier italiano e chi non ha paura dei panni sopra la sedia, mentre si trova al buio della sua camera. Stavolta c’è un bonus: tanto che il secondo oggetto della critica sarebbe Marco Travaglio, Direttore de “Il Fatto Quotidiano”, complice – secondo l’articolo in esame – di aver agevolato un piano diabolico per il riempimento delle carceri. Cosa voglia insinuare Sansonetti proprio non si capisce, visto che oltre ad aver posizioni politiche distanti, Travaglio e Meloni ricoprono due ruoli completamente diversi. Il pezzo pubblicato rappresenta in pieno la difficoltà di certe persone nella contestualizzazione del Fascismo all’interno del periodo storico in cui si è verificato. Il periodo fascista è lo spettro immortale che esce dal sepolcro, ogni volta che un antifascista decide di riportarlo alla vita attraverso una necromanzia dialettica. Verrebbe da ridere se non ci fosse da piangere.
Poi l’attenzione si sposta sul deputato Gianluca Vinci, a detta del Direttore costui sarebbe stato un espositore di “idee fasciste” durante la discussione del decreto carceri. Il deputato di FdI ha ritenuto che l’incarcerazione dei criminali sarebbe positiva e per questo le sue posizioni richiamerebbero all’autoritarismo e quindi auspicante di un sovraffollamento. Ogni scusa è buona per dipingere una dittatura laddove non c’è, bene ribadirlo prima che qualcuno rischi di farsi abbindolare da opinioni fuori dal normale. Forse bisognerebbe dire che gli istituti penitenziari non siano stati gestiti correttamente nel corso degli anni, o magari se qualcuno si fosse prodigato a costruire anziché a tagliare a quest’ora si discuterebbe di altro, oppure che un decremento della criminalità dovuto alla presenza dello stato nei territori più fragili, eviterebbe l’adesione dei cittadini ai noti gruppi mafiosi e delinquenziali. Di questo non c’è traccia.
Altro argomento interessante sollevato dall’editoriale dell’Unità è proprio il trattenimento dei bambini in carcere voluto da Fratelli d’Italia e Lega, come se l’intenzione dei due partiti fosse quella di far crescere i pargoli dietro le sbarre per i reati commessi dai genitori. La questione è ben più ampia e ridurla ad una mistificazione non è di certo il modo migliore per affrontarla. Assurdo che venga addirittura citato il Codice Rocco del 1930, ma non era fascista anche lui? Che cosa sta succedendo esattamente? Forse certi esempi vanno bene soltanto quando fa comodo, ma in fin dei conti va male, malissimo così. Per farla breve, quel che è stato deciso dalla coalizione di maggioranza è che anche le donne incinte o con figli a carico, se condannate per reati penali in cui è compreso lo sconto di una pena carceraria, vengano condotte negli appositi istituti. I figli delle donne detenute verranno inoltre condotti in centri protetti e non all’interno delle carceri, come ha fatto sapere Alice Buonguerrieri, deputata di FdI e relatrice del pdl per le madri in stato d’arresto.
Per non parlare poi della riforma del Ministro Carlo Nordio sulla giustizia italiana definita da Sansonetti come “piccola, piccolissima”, anche qui tutte le critiche hanno portato alla discussione sul Fascismo, che con il discorso dell’innovazione c’entra come i cavoli a merenda, ma ormai non ha senso essere basiti, dovremmo essere scioccati.
Come tocco finale un riferimento a Federico Mollicone e la bufera scatenatasi nei giorni scorsi sulle sue asserzioni sulla Strage di Bologna e dichiarando che nelle convinzioni del deputato di FdI non ci sia nulla di male poiché l’inchiesta sul tragico evento sarebbe “un colabrodo”. Intanto Federico Mollicone è stato massacrato un po’ ovunque, perché se un uomo di destra si esprime su certe dinamiche sugli anni di piombo non va bene, se lo fanno – come dimostra l’editoriale dell’Unità – persone di sinistra, allora non c’è alcun problema.
Un discorso enorme che accumula tutto alla rinfusa, magari la prossima volta si potrebbe dare un titolo diverso anche se bisogna ammetterlo: i nomi Meloni e Travaglio uniti per una missione comune, anche se inesistente, non possono che attirare l’attenzione di un lettore.
Su una cosa però non si può essere in disaccordo con il giornalista dell’Unità, perché la debolezza dell’antifascismo c’è, ma contrariamente a quel che dice lui le ragioni sono ben diverse e riguardano il capriccio di chi non sa perdere le elezioni democraticamente.