La vera storia del MES: retroscena del golpe finanziario del 2011

IL MES, L’INSANABILE FRATTURA NELLA MAGGIORANZA

Il Mes è ormai diventato terreno di scontro politico tra le opposizioni, nettamente contrarie all’utilizzo, e la maggioranza dilaniata nella lotta intestina tra PD/Italia Viva (favorevoli) e Movimento 5 Stelle. Lo scontro in seno alla maggioranza fa vacillare pesantemente il Governo, Conte non regge la pressione e attacca l’opposizione nella speranza che lo scontro possa lenire la grave frattura della compagine governativa. La compagine di ultras europeisti si scontra con l’ala populista della maggioranza, che è quella che può mandare a casa Conte. Lo scontro è degenerato nelle accuse insensate, come quella che il MES sarebbe stato votato dal centrodestra nel 2011. Le cose non sono andate affatto così, cercheremo di ricostruirle per metterle a disposizione di chi vuole uscire dal lockdown della ragione.

LA CRISI DEI SUBPRIME ALL’ORIGINE DEL MES

Per comprendere la genesi e lo sviluppo del Meccanismo Europeo di Stabilità (MES), occorre necessariamente ripercorrere alcune tappe cercando di inquadrare il periodo e il contesto storico.

Il fallimento della Lehman Brothers, culmine della crisi subprime del 2006/2009

Alla fine del 2006 scoppia la bolla del mercato immobiliare negli Stati Uniti (crisi dei subprime) che culminerà   con il fallimento della banca d’affari Lehman Brothers nell’autunno del 2008 e il successivo crollo di Wall Street, producendo a catena una grave crisi finanziaria nell’economia americana.

La recessione ha poi gradualmente assunto un carattere globale, spinta da meccanismi finanziari di contagio, e perdurante con la spirale recessiva che si è ulteriormente aggravata, in diversi Paesi europei (Europa mediterranea e altri), con la crisi del debito degli Stati sovrani europei.

NEL 2010 TREMONTI PROPONE ALL’EUROGRUPPO GLI EUROBOND

La crisi del debito degli Stati sovrani europei arriva nel 2010 durante il Governo Berlusconi IV con Giulio Tremonti Ministro delle Finanze. I bilanci degli Stati della UE furono gravati dai sostegni alle banche andate in difficoltà per la crisi finanziaria.

Junker e Tremonti comunicano tramite il FInancial Times qual è la soluzione dell’Europa per uscire dalla crisi: emissione di Eurobond

Il dibattito su come uscire dalla crisi fu affrontato in seno all’Eurogruppo (riunione dei Ministri delle Finanze dell’Eurozona) e dell’Ecofin (assemblea dei Ministri delle Finanze di tutta la UE). Il Presidente dell’Eurogruppo all’epoca era Jean-Claude Juncker. Il Ministro italiano Giulio Tremonti portò all’Eurogruppo e all’Ecofin la proposta di emettere degli Eurobond per far fronte alla crisi in atto. La proposta italiana divenne a tutti gli effetti la proposta ufficiale, al punto che il Presidente dell’Eurogruppo Juncker e Giulio Tremonti scrissero il 5 Dicembre del 2010 una lettera al Financial Times, raccontando qual era lo strumento con cui la UE avrebbe dovuto far fronte alla crisi sistemica.

IL MES DOVEVA FINANZIARSI CON GLI EUROBOND

Gli Eurobond erano al centro del dibattito politico e finanziario. Accanto agli Eurobond nacque l’idea trasformare il fondo Salva Stati (EFSF) in MES, Meccanismo Europeo di Stabilità, ovvero un ente che doveva servire a intervenire a sostegno degli Stati in caso di difficoltà. La volontà del Governo italiano era quella di finanziare il MES con l’emissione di Eurobond.

La strategia quindi era ben delineata: introduzione di un nuovo fondo Salva Stati insieme all’emissione di Eurobond.

La strategia viene certificata dal Parlamento Europeo, che nella Risoluzione del 23 Marzo 2011 per l’istituzione del MES cita esplicitamente l’introduzione di Eurobond nel “considerando J” diponibile a questo link: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:52011IP0103&from=EN

La trattativa va avanti fino all’approvazione a livello Europeo del trattato sul MES (Luglio 2011), a cui doveva seguire la ratifica dei Governi e dei Parlamenti nazionali. Il Governo italiano fin lì aveva sempre posto come condizione indispensabile l’emissione di Eurobond prima della ratifica finale del MES.

Però dopo il mese di Luglio qualcosa comincia a cambiare.

IL GOLPE FINANZIARIO SERVIVA A TOGLIERE DI MEZZO IL GOVERNO DI CENTRODESTRA PER FAR PASSARE IL MES SENZA GLI EUROBOND

Mario Draghi e Jean-Claude Trichet firmano insieme la lettera BCE che scatena l’attacco finanziario all’Italia

Il 5 Agosto del 2011 una lettera della BCE firmata Draghi-Trichet detta la linea di politica economica all’esecutivo italiano in carica: cessioni di asset strategici, liberalizzazioni e taglio degli stipendi pubblici, in una sola parola: austerity.

La lettera della BCE fu conseguente alla massiccia speculazione sui Titoli di Stato italiani da parte della Deutsche Bank, che in gran segreto si liberò di 7 miliardi di titoli italiani sugli 8 che ne deteneva. La comunicazione di questa operazione speculatoria avvenuta nel primo semestre 2011 fu resa nota solo il 26 luglio, con i giornali finanziari internazionali che titolavano: “Fuga degli investitori dalla terza economia della UE”. Fu la Deutsche Bank ad innescare la crisi dello spread che montò dall’estate fino all’autunno 2011, con il siparietto tra Merkel e Sarkozy che ridacchiavano in mondovisione quando interrogati sulle sorti del Governo Berlusconi IV.

L’azione congiunta di BCE, Deutsche Bank e dei governi di Francia e Germania fece scoppiare il panico sui mercati finanziari, il fuoco sull’ultimo Governo democraticamente eletto venne alimentato dai nemici interni che sparavano ad alzo zero insieme alla stampa al grido di “Fate presto!”

Il Gran cerimoniere del Golpe finanziario contro l’Italia, Giorgio Napolitano, provvedeva a nominare il professor Mario Monti Senatore a vita. L’uomo di Bruxelles, da lì a poco avrebbe sostituito il Premier in carica.

Ma cosa proponeva di fare Tremonti con il MES che non piaceva alla Germania? Quando nel 2011 si era ipotizzato di utilizzare il MES anche anche per salvare le banche, il Ministro italiano disse che era giusto calcolare la contribuzione nei diversi stati al fondo europeo non solo in base al Pil, ma anche e soprattutto alle esposizioni delle banche.

La contribuzione al fondo andava ripartita in base al rischio sistemico. Questo è il motivo per cui è saltato il governo italiano. Se fosse stato così la crisi greca la avrebbero pagata i tedeschi: questo fatto causò il decisivo cambio di atteggiamento della Commissione Europea nei confronti del Governo Berlusconi. Per dare la misura, la crisi della Grecia sarebbe costata a Francia e Germania complessivamente 200 Miliardi, e appena 20 all’Italia.

IL GOVERNO MONTI ESEGUE L’AGENDA DELLA TROIKA

A golpe compiuto, Mario Monti seguì pedissequamente l’agenda dettata dalla Troika: via gli eurobond e trasformazione del MES in uno strumento di recupero crediti delle banche.

Il MES fu modificato il 9 Dicembre 2011 e approvato dai Governi dell’Eurozona il 2 Febbraio 2012. Poi il Senato approvò l’atto il 12 Luglio del 2012 e il 19 Luglio toccò alla Camera.

Il Mes divenne definitivamente operativo nell’Ottobre 2012, nella versione dello “spezza-pollici” del sistema finanziario. La prima prova fu la crisi Greca, dove il MES agì effettivamente da agente riscossore per conto delle banche tedesche, esposte sui titoli di Stato greci.

Questo è lo scenario in cui va inquadrato il MES, dove interessi finanziari e geopolitici si incrociano per rovesciare un Governo democraticamente eletto. Ed è evidente che il tentativo di imputare l’approvazione del MES all’allora Ministro della Gioventù, che mai approvò nulla sul MES, è ovviamente un’operazione di disonestà intellettuale davvero di basso lignaggio.

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