Da noi sono già giorni che se ne parla: Bolsonaro non ha mai fatto segreto che, se avesse vinto le elezioni presidenziali brasiliane, avrebbe avuto piacere di rispedirci Cesare Battisti. Ma c’è anche chi, malgrado ciò, ha le idee ben chiare sul personaggio in questione. “Cesare Battisti è un infame e un vigliacco – dice la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni – quindi tenterà di scappare, sempre sostenuto dalla rete di solidarietà di quella “intellighenzia” ancora ferma all’ideologia marxista-leninista. Dicono che Battisti sia un “personaggio” – aggiunge Meloni – ma è solo uno squallido delinquente che continua a fuggire per non saldare il suo conto con la giustizia, e me fa schifo anche per questo”.
Come si ricorderà, Cesare Battisti è un terrorista italiano legato agli anni di piombo, e condannato a due ergastoli per l’uccisione di quattro persone, e il ferimento di altre. Vicino ai Proletari Armati per il Comunismo, a voler bene analizzare la storia di Battisti, appare evidente che più che un terrorista, l’uomo nato a Cisterna di Latina nel 1954, era in realtà un delinquente comune dedito alle rapine quando pensò di sfruttare la conoscenza con alcuni settori eversivi della sinistra per continuare a delinquere e per giustificare con chiacchiere ideologiche le sue malefatte. Una volta individuato, riparò in Francia, dove l’asilo agli assassini di sinistra era all’epoca cosa comune grazie alla cosiddetta dottrina Mitterrand. Lì trovò anche una rete di supporto, e una donna, la scrittrice Fred Vargas, che lo mantenne negli anni, mentre Battisti si sistemava e cominciava la carriera di scrittore di noir, coccolato dai “comunisti caviale e champagne” che in quei tempi arricchivano i salotti d’oltralpe.
In seguito ad alcuni cambiamenti politici in Francia e alla fine della dottrina Mitterrand, visto che rischiava l’estradizione, Battisti riparò in Brasile, dove venne accolto e protetto prima dal presidente Lula poi dalla presidentessa Dilma Rousseff che vedevano in lui l’ennesimo compagno da sottrarre alla giustizia.
Oggi, però, la realtà in Brasile è cambiata. Una delle cose promesse in campagna elettorale dal nuovo presidente, Balsonaro, è stata quella di restituire Battisti all’Italia in caso fosse stato eletto. Detto fatto, una volta superato lo scoglio elettorale, Balsonaro ha riconfermato la sua promessa. Intanto, Battisti, che aveva liquidato le parole del presidente brasiliano come fanfaronate, si è allontanato dal suo domicilio nella città brasiliana di Cananeia, e sembra aver fatto perdere le sue tracce. Di contro, il suo avvocato ha fatto sapere che l’uomo si troverebbe nella città di San Paolo, ma che resto tornerà a casa.
Nel quartiere in cui vive, intanto, si parla molto di lui. Chi lo conosce racconta che è molto arrabbiato e preoccupato, ma qualcuno aggiunge pure che forse accetterà le conseguenze delle sue malefatte perché è stanco di scappare, cosa a cui crediamo poco, visto il personaggio completamente privo di etica e dignità. Intanto, dal Tribunale di Cananeia, un dirigente fa sapere che al momento non risulta nessuna misura cautelare in vigore nei confronti di Cesare Battisti, e che quindi l’uomo è libero di circolare.
Per ora…