“Un tempo me ne stavo, narran le mie gesta, tra i miei fratelli abeti in mezzo alla foresta. Gli antichi sempreverde, parlando tutti insieme, mi hanno raccontato del mio piccolo seme. Anche il vento sibilante sussurrava la mia storia: crescerai, amico mio, conoscerai la gloria.”
Torna in libreria, con una nuova edizione, una storia delicata e potente, in grado di emozionare e di rinnovare la memoria di eventi e tempi passati, ma sempre attuali, gravati da ingiustizie e intolleranze, che fecero fiorire, nel rimbombo degli armamenti, amicizie indissolubili tra popoli e genti, nel segno della bellezza e della grazia. L’Abete di Natale (Nord Sud Edizioni) della pluripremiata Julia Donaldson, autrice de Il Gruffalò, illustrato elegantemente da Victoria Sandøy, si rivolge tanto al bambino di oggi quanto all’adulto che diventerà, seguendo il viaggio di un abete, “cresciuto così tanto […] [da] ved[ere] il cielo”, destinato, dopo avere a lungo “sfida[to] neve e gelo”, a un emozionante viaggio tra boschi e mari. Ogni anno, la storia si ripete, sempre uguale e sempre diversa: un abete muove passo, “dal folto del bosco a una piazza affollata”. Nuove compagnie, sguardi di sconosciuti, rumori e profumi inattesi, decisamente insoliti, tra leoni di pietra, statue di ammiragli e patrioti, assistendo al fluire concitato di una moltitudine di “gente che passa, sorride e alza lo sguardo”. Il traguardo viene infine raggiunto. Alla meta si giunge agghindati da luci e decorazioni, cullati da note gioiose, “canzoni di neve, canzoni di festa” che ricordano l’amata foresta, “canzoni di re con vesti di seta, che seguon la luce di una cometa”. L’Abete di Natale non resterà in eterno, non vedrà il prossimo inverno, ma per l’umanità tutta è cresciuto e ha brillato, sacrificando se stesso per celebrare una storia vera, scritta nel tempo da uomini e donne che più di settant’anni fa lottarono per la libertà, per la giustizia e per la pace.
Tutti gli anni, dal 1947, il primo cittadino della città norvegese di Oslo dona al popolo britannico un albero per le feste di Natale, un imponente abete, un gesto di vicinanza e di ringraziamento per l’importante contributo offerto dal Regno Unito durante il secondo conflitto mondiale. L’albero viene scelto con cura, nei mesi, se non addirittura negli anni, precedenti, dalle guardie forestali norvegesi: lo abbracciano, ne favoriscono la crescita, gli parlano persino, rivolgendosi a esso con devozione e rispetto, chiamandolo “La Regina della Foresta”. Da Oslo naviga verso Londra, per mille e più chilometri, trovando ospitalità, durante il periodo delle feste, presso Trafalgar Square, troneggiandovi al centro maestoso e lucente. L’arrivo dell’albero è accolto dalla parola, dalla poesia, da versi di benvenuto, affidati ogni anno dalla UK Poetry Society a uno scrittore diverso.
L’Abete di Natale si conclude con un augurio e un auspicio, con la speranza che ai bambini venga garantita la possibilità e il diritto di “crescere e brillare”.