Oggi scioperano i medici. Nel fine settimana sciopererà il personale delle ferrovie. Negli scorsi giorni, ancora le ferrovie e i trasporti urbani. Per il 29 novembre è stato proclamato lo sciopero generale. Il tutto, incitando alla “rivolta sociale”, non rinnegando l’appoggio di antagonisti e delle fasce più estremiste della società e rischiando di mandare all’aria un Giubileo già ampiamente in bilico per i ritardi sui lavori, che hanno reso la Capitale un cantiere a cielo aperto. Eh sì, perché nella lotta al governo, il segretario della Cgil Maurizio Landini ha voluto far rientrare nientepopodimeno che Sua Santità, Papa Bergoglio: il sindacato rosso è l’unico che non ha sottoscritto il protocollo per allargare le fasce di garanzia durante il 2025, pensato al fine di diminuire i disagi per i milioni di turisti che arriveranno per l’anno santo ma specialmente per i residenti. Non c’è da meravigliarsi se le statistiche ci dicono che gli italiani hanno perso fiducia nelle sigle sindacali e nelle loro lotte.
Solo perché c’è la destra al governo
Andiamo per gradi e partiamo dalla questione Giubileo. Nel 2000 e nel 2015, gli ultimi due anni giubilari, i sindacati hanno sottoscritto un protocollo con cui si cercava di ridurre i disagi di turisti e cittadini. Quest’anno la Cgil ha deciso di non unirsi alle altre sigle (persino la Uil di Bombardieri ha firmato). Alcune date sono state ritenute critiche e dunque è stato deciso di evitare gli scioperi in quei giorni: dal 22 al 24 dicembre, ad esempio, per alcune ricorrenze come il Giubileo degli ammalati o delle Confraternite, fino alla chiusura della Porta santa di San Pietro, dal 5 al 7 gennaio 2026. Per il sindacato rosso, tuttavia, vi era una “mancanza di presupposti di metodo e di merito”, in quanto bisognava avviare una “negoziazione trilaterale tra sindacati, aziende e governo” al fine di ottenere “il rinnovo dei contratti nazionali ancora aperti, a cui si aggiungono le vertenze e i problemi inerenti alle condizioni di lavoro, la mancanza di personale, la precarietà diffusa, la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro”. La cosa strana, in realtà, è che nel 2000 e nel 2015 la Cgil firmò senza indugio il protocollo. In quegli anni governavano rispettivamente Massimo D’Alema e Matteo Renzi. Oggi governa Giorgia Meloni. Quindi dispiace per i milioni di turisti e di residenti romani, ma la Cgil continuerà a creare disagi solo perché al governo c’è la destra.
Il sondaggio: tre italiani su quattro non credono più ai sindacati
Non c’è da meravigliarsi se allora i sindacati perdono credibilità. Percezione che era già nell’aria, confermata dal sondaggio di Swg pubblicato alcuni giorni fa. Il primo quesito è già una bastonata per Landini and Co.: “Quanta fiducia ha nei sindacati?”. Il grafico appare come una linea che resta ferma nel tempo, mostrando un indirizzo piatto dal 2015 al 2024. Il livello è molto basso: solo il 24% degli italiani ha fiducia nei sindacati. Tre italiani su quattro, in pratica, non credono più ai sindacati. Meno della metà dei cittadini (il 48%) pensa che al giorno d’oggi sia ancora utile la funzione svolta dal sindacato. Il 13% degli italiani ritiene che la proclamazione dello sciopero generale contro la riforma sia sbagliata, il 35% ritiene che “lo sciopero non è lo strumento più adatto”. I toni e i termini usati da Landini sono sbagliati per il 29% degli italiani, per il 34% invece “è giusto incentivare la protesta ma il termine ‘rivolta sociale’ è eccessivo e pericoloso”. Notizia: in questa categoria, hanno la maggioranza gli elettori di centrosinistra. Ed ecco poi gli effetti di tali scelte: per il 66% degli italiani gli scioperi hanno perso la loro efficacia, solo il 9% è in disaccordo. Per il 50% dei cittadini gli scioperi sono abusati dai sindacati “solo per attirare consensi nei loro confronti”. Soltanto il 22% non è d’accordo.