Cartelli choc, slogan antisemiti e minacce contro la Segre. L’ennesima oscenità rossa è avvenuta sabato a Milano, al corteo Propal. I rappresentanti del “Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza del Comunismo’’, oltre a sventolare le bandiere palestinesi in sostegno di Hamas, (terrorista e fautore dell’attacco del 7 ottobre, da cui è scaturita la guerra in Medio Oriente), figurano anche bandiere arcobaleno, ossia pacifiste. Nonostante l’evidenza dei fatti, la sinistra ha la capacità di trasformare Hamas nella vittima e far passare Israele per la carnefice.
Circa 300 manifestanti hanno sventolato le bandiere di Hezbollah e hanno osservato un minuto di silenzio in ricordo di Hassan Nasrallah, terrorista e sanguinario leader del “partito di Dio” , ucciso durante un raid israeliano. Come se già l’apice della vergogna non fosse stato raggiunto, abbiamo un crescente e pericoloso odio verso gli ebrei, un antisemitismo che la sinistra da sempre imputa alla destra, ma di cui invece, nei fatti, è primo sostenitore. Tipica ambiguità di una sinistra che predica bene e razzola male. Il corteo pro-Palestina che ha sfilato sabato scorso, come ogni sabato, per le vie del centro di Milano ha infatti esibito cartelli raffiguranti i volti dei cosiddetti “agenti sionisti’’, come li definisce il partito comunista italiano, quelli che erano stati pubblicati sul sito del Pci nella sua lista di proscrizione. Nel mirino la senatrice a vita Liliana Segre, il ministro della Difesa Guido Crosetto e di Riccardo Pacifici. Immediata arriva la solidarietà dalle istituzioni e dal mondo politico di destra, alla comunità ebraica, a Liliana Segre, a Riccardo Pacifici. “Ci troviamo dinanzi a pericolose violenze verbali e diffamazioni che non possono essere accettate” dichiara il presidente del Senato La Russa. “Indecenti minacce’ commenta sui social Giovanni Donzelli di Fratelli d’Italia.
E la sinistra in tutto ciò dov’è? Questo sarebbe un reale motivo per indignarsi, ma non per loro, che restano in silenzio.
“L’antisemitismo è una forma di odio e di discriminazione che abbiamo sempre contrastato e continueremo a contrastare”, affermava con decisione Schlein nell’intervista del Corriere di luglio, eppure uno dei dirigenti della sezione giovani Partito democratico di Milano, Lorenzo Pacini, era nella “piazza dell’odio” del capoluogo lombardo sabato 28 settembre e con lui c’era anche Ludovico Manzoni. Eppure sull’accaduto tacciono Schlein, Bonelli, Conte, nonostante siano sempre pronti a inventare l’antisemitismo inesistente a casa degli altri, senza guardare le loro numerose contraddizioni interne. Nonostante blaterino sempre contro allarmi di nazismo, fascismo, ora non proferiscono parola.
Tutto questo perché non sia mai ad andare contro i centri sociali, agli islamici, che difendono strenuamente, alla sinistra radicale, anche a costo di scivolare in questa equivocità: questo atteggiamento omertoso nei confronti dei predicatori dell’antisemitismo, fino a renderli complici del terrorismo islamico di Hamas. La verità è che troppo spesso sono state tollerate manifestazioni di sinistra per la Palestina libera, cioè per l’annientamento dello Stato di Israele e l’odio crescente per gli ebrei, ne è il risultato evidente.