L’Assessore Chiorino stronca la manovra di Conte: «Pruriginosa, ipocrita e che non fa altro che stangare imprese e lavoratori».

«Un disastro. Il Piemonte farà esattamente l’opposto». Non usa mezzi termini l’assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino, commentando i contenuti della manovra economica del governo «giallorosso» che definisce pruriginosa, ipocrita e dannosa per aziende e cittadini. «Voglio essere chiara – tuona Chiorino – il Piemonte è in prima linea in quella che ho definito la «battaglia economica”, e combatterà con tutti i mezzi che ha a disposizione una manovra che di fatto penalizza chi produce e, di conseguenza, chi lavora». Parole che suonano come macigni sui progetti del governo «Conte bis»: «Non esito a dire – prosegue Chiorino – che la Regione Piemonte è pronta ad alzare un muro di protezione intorno a chi produce andando esattamente nella direzione opposta a quella dell’esecutivo, ovvero promuovendo le politiche attive e non il più smaccato assistenzialismo, alimentato dalla benzina del vampirismo fiscale».

«Siamo di fronte – allarma Chiorino – a un governo che non ha uno straccio di piano di politica industriale, che considera produzione e lavoro come anti valori. Al loro “declinismo pauperista” dal Piemonte rispondiamo orgogliosamente con un convinto patriottismo industriale». «Tutto questo – aggiunge l’esponente del partito di Giorgia Meloni – anche rispetto al tema dell’area di crisi complessa di Torino: è ora di finirla di limitarsi a parlare di deroghe su deroghe agli ammortizzatori sociali. Al contrario serve puntare sulle politiche attive, credere nelle imprese e supportarle nell’innovazione. Il governo sta alimentando una situazione drammatica: le partite Iva sono allo stremo, strozzate da balzelli e adempimenti insostenibili. Contemporaneamente si appesantisce la zavorra fiscale, la burocrazia cresce così come il peso delle tasse arrivando all’assurdo di sentir parlare di imposte sulle merendine o dell’intenzione di tartassare le imprese sulla plastica, quando già queste pagano il tributo Conai. La proposta di Fratelli d’Italia, al contrario è quella di introdurre i dazi di civiltà, per contrastare la concorrenza sleale che le nostre imprese sono spesso costrette a subire. Come se non bastasse, poi, non sapendo più dove attaccarsi, strumentalizzano l’alibi dell’educazione alimentare – che dovrebbe essere delegata alle famiglie e non certo allo Stato – per spillare qualche soldo in più penalizzando le famiglie e soprattutto parecchie imprese del dolciario».

Il tutto mentre il Piemonte lavora nell’interesse di imprese e persone e non contro: «Ad esempio – argomenta ancora Chiorino – invece di buttare i 7 miliardi di euro dalla finestra con il reddito di cittadinanza – noi abbiamo offerto supporti concreti alle famiglie dei lavoratori in crisi, siglando con le banche protocolli di intesa per l’anticipo della cassa integrazione e, lato imprese, affiancandole riguardo al tema del ricambio generazionale, perché sappiamo che le Pmi rappresentano la spina dorsale del tessuto economico piemontese e italiano. Non dobbiamo dimenticare che l’Italia è acora la seconda potenza manifatturiera d’Europa, nonostante il costo del lavoro, la carenza di infrastrutture, la burocrazia e la zavorra fiscale. E allora concentriamoci su questi problemi, comprendendo che soltanto risolvendoli si può far ripartire il Piemonte e l’Italia».

«Senza dimenticare la formazione – specifica ancora Chiorino – che deve rispondere alla chiamata occupazionale delle nostre imprese, con efficacia, evitando corsi inutili che servono soltanto a pagare lo stipendio ai formatori. Per questo stiamo lavorando proprio in quella direzione, per formare le figure professionali necessarie, attraverso numerosi strumenti di politiche attive. Investiamo sulle persone, sui lavoratori, anche cambiando la visione della formazione continua e supportando i datori di lavoro che ritengono importante far svolgere ai loro dipendenti esperienze all’estero, così come potrebbero farlo i nostri giovani, per poi tornare sul territorio con nuove competenze. La nostra attenzione – prosegue l’assessore – è anche focalizzata al sostegnoo all’innovazione, che da sempre rappresenta una vocazione per il Piemonte, favorendo il virtuoso e fecondo connubbio fra tradizione e know how».

Chiorino ha le idee chiare anche riguardo alla tanto discussa «fuga di cervelli»: «Non c’è nulla di male se un ragazzo sceglie, e sottolineo sceglie, di compiere il suo percorso lavorativo fuori dal Piemonte e dall’Italia. Ma noi sappiamo che spesso, per non dire sempre o quasi, questa è una necessità. Compito della politica deve essere invece quello di creare le condizioni affinché un ragazzo abbia la possibilità di scegliere, di avere la possibilità di crescere e realizzarsi in Piemonte così come in Italia, nel proprio territorio, senza essere lasciato solo e «costretto» a scappare.

 

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La Redazione de La Voce del Patriota

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