Lavoro, Fumarola (Cisl): “Accordo di San Valentino ancora riferimento imprescindibile”. Serve una strategia di sviluppo condivisa

“Il Patto di San Valentino, sottoscritto quarantuno anni fa da Cisl e Uil con il Governo Craxi, rappresenta ancora oggi un riferimento imprescindibile per chi crede nel riformismo sindacale e nella concertazione come leva di crescita e sviluppo sociale. Quell’accordo non fu soltanto una risposta tecnica a una situazione economica difficile – caratterizzata da inflazione galoppante, perdita di competitività e crisi occupazionale – ma segnò una svolta politica e culturale: la consapevolezza che le riforme necessarie per il Paese si costruiscono attraverso il dialogo e la responsabilità, non con contrapposizioni sterili”. 

Lo scrive oggi sul Messaggero la segretaria generale della Cisl Daniela Fumarola. ”Non a caso, la Cisl, sostenuta dall’elaborazione di Ezio Tarantelli, accettò la sfida più difficile per un sindacato: spiegare ai lavoratori che la difesa dei salari non poteva avvenire con scorciatoie legislative, ma con strumenti di crescita reale. Il referendum successivo dimostrò che i lavoratori compresero la posta in gioco, confermando che il sindacato ha anche una funzione culturale e pedagogica, oltre che economica e sociale. Fu un passaggio epocale, propedeutico a un cammino che portò negli anni novanta ai grandi accordi unitari di concertazione voluti fortemente dalla cisl e sostenuti da Ciampi”, sottolinea Fumarola spiegando che ”le condizioni economiche attuali sono diverse da quelle degli anni Ottanta e Novanta, così come gli obiettivi da perseguire. Ma il metodo della responsabilità che ha portato a quelle grandi intese è lo stesso che deve ispirare il percorso riformatore odierno. La stagnazione salariale, il rallentamento della produttività, il divario tra Nord e Sud, le trasformazioni indotte dalla transizione digitale ed ecologica, la precarietà e l’incertezza occupazionale richiedono risposte concertate e coraggiose. ”Non possiamo permetterci un sistema industriale frammentato, un mercato del lavoro sempre più polarizzato, ed una politica economica che procede a strappi”, continua Fumarola.

“Serve una strategia di sviluppo condivisa, che metta al centro la crescita e la buona distribuzione della ricchezza. Un’ambizione comune ad estendere la contrattazione decentrata, territoriale e aziendale, spingendo su modelli nuovi e partecipativi di relazioni industriali e sociali. Istituzioni, sindacato e imprese devono percorrere insieme il sentiero che porta a salari più alti e al rafforzamento delle imprese, al miglioramento della qualità del lavoro e nuove politiche attive universali, al rilancio di istruzione e formazione e alla riduzione della pressione fiscale su lavoratori e pensionati. Ancora: serve una previdenza più inclusiva e flessibile, più sicurezza nei luoghi di lavoro, rilancio di sanità, welfare, infrastrutture sociali e materiali. Non si tratta solo di un elenco di obiettivi, ma di una vera e propria visione del Paese, a cui dare concretezza con un nuovo ”Patto della responsabilità” tra Governo e parti sociali riformiste. Un grande accordo che superi steccati ideologici e divisioni strumentali, unisca le forze del lavoro e dell’impresa per lavorare in autonomia ad un’agenda comune di riforme che pongano il protagonismo del lavoro al centro delle politiche economiche”. ”La Cisl è da sempre convinta che un maggiore coinvolgimento dei lavoratori alla vita delle imprese sia una delle chiavi per rilanciare il sistema produttivo e migliorare la qualità del lavoro. Per questo abbiamo promosso con determinazione la legge di iniziativa popolare sulla partecipazione, oggi in via di approvazione alla Camera. Un provvedimento a cui dare sostegno bipartisan per una svolta storica: l’attuazione dell’Articolo 46 della Costituzione attraverso l’esaltazione della contrattazione. Ma la partecipazione non basta: serve anche corresponsabilità. È arrivato il momento di superare gli antagonismi sterili, le divisioni ideologiche e le contrapposizioni di principio. Il sindacato deve essere strumento di progresso, non di antagonismo, verso una più compiuta democrazia economica che coniughi solidarietà e produttività”, continua la neo leader della Cisl.

”Lo sviluppo passa da qui, da un più ampio coinvolgimento della società, e dai lavoratori in particolare, nelle dinamiche di decisione di ogni livello. Il tempo degli steccati è finito: chi ha davvero a cuore il futuro dell’Italia, oggi, ha il dovere di sedersi attorno a un tavolo e costruire insieme soluzioni per il lavoro, la crescita e la giustizia sociale. Quarantuno anni dopo il Patto di San Valentino, la Cisl rilancia il suo appello al Governo, al sistema delle imprese e agli altri sindacati per una nuova stagione di innovazioni condivise. La Cisl è pronta a fare la sua parte, con autonomia, serietà e spirito riformista. Perché la storia ci insegna che le scelte giuste non sempre sono le più facili, ma sono quelle che lasciano un segno nel tempo. E come diceva Ezio Tarantelli, ”alla fine le persone capiscono sempre da che parte è la ragione”.

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Giovanni Curzio
Giovanni Curzio
Giovanni Curzio, 21 anni, napoletano, studente alla facoltà di Giurisprudenza della Università degli Studi Suor Orsola Benincasa. Da sempre è appassionato di giornalismo sia di cronaca che sportivo. Collabora anche con agenzie di stampa ed emittenti radiofoniche e televisive della Campania.

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