Nel lavoro del Governo Meloni è possibile scovare tutta l’attenzione verso le categorie più fragili, donne e giovani, per i quali sono stati previsti diversi incentivi per permettere loro di avviare una carriera lavorativa e professionale. Con una particolare accortezza verso il Sud, con incentivi specifici per chi lavora o vuole investire nelle Regioni meridionali. Una serie di misure che indicano chiaramente che l’epoca dell’assistenzialismo è finito: l’epoca della paghetta di Stato, l’epoca del “voto di scambio” legalizzato. L’epoca del mercato del lavoro sterile e immobile, incatenato dalla assente dinamicità di chi non aveva più bisogno di lavorare in regola. Specialmente il Sud, prima terra di percettori, ora riparte proprio dal lavoro e dagli incentivi di un governo che ha puntato tutto sull’occupazione, rilanciando il Paese e la vita stessa delle persone.
Incentivi per il Sud
Partendo proprio dal Meridione, la vera novità è il cosiddetto bonus Zes (Zona economica speciale), con il quale dal 1° settembre 2024 fino al 31 dicembre 2025, è previsto, per i dipendenti che hanno compiuto 35 anni, disoccupati da almeno 24 mesi e assunti a tempo indeterminato, appunto, al Sud, l’esonero per massimo 2 anni del 100% dal versamento dei contributi previdenziali dovuti dal datore di lavoro, entro il limite dei 650 euro mensili. Si stimano 40mila nuove assunzioni. A questa nuova misura, va unita Decontribuzione Sud, rinnovata dal Governo Meloni e riconfermata almeno fino al 31 dicembre: con questa, si prevede un esonero contributivo che andrà a scemare nel corso degli anni, stando a quanto deciso dalla Commissione europea, anche se l’esecutivo è al lavoro per migliorare questo punto. La riconferma implica che l’esonero del 30% sarà prorogato fino a fine anno, ma soltanto per i contratti siglati entro il 30 giugno di quest’anno. E poi c’è il voucher Resto al Sud 2.0, con cui le imprese localizzate al Sud potranno ricevere un voucher di avvio per acquistare beni e strumenti necessari per un valore fino a 40mila euro, che sale a 50mila per beni e servizi innovativi. Quest’ultima misura, contenuta nel decreto Coesione, va ad unirsi ad Autoimpiego Centro Nord Italia, che prevede massimo 30mila euro per l’acquisto di beni per l’avvio di attività imprenditoriali. La quota di fondo perduto è più elevata al Sud, raggiungendo picchi del 75%: i beneficiari previsti perle due misure sono 15mila, di cui il 65% al Sud.
Categorie fragili
L’attenzione del Governo Meloni al Sud si accompagna a quella verso le categorie fragili, quelle che storicamente fanno maggiormente fatica ad immettersi nel mondo del lavoro. Con una specifica prudenza per le donne, sulle quali il progetto è quello di garantire loro la possibilità di mettere su famiglia, essere madri e lavorare, senza dover scegliere da quale parte stare. Per le cosiddette donne “svantaggiate” assunte a tempo indeterminato, infatti, è previsto, nel decreto Coesione, l’esonero del 100%, dal 1° settembre 2024 al 31 dicembre 2025, dal versamento dei contributi previdenziali per 24 mesi. Bisogna non aver avuto un impiego per due anni, mentre per le donne del Sud il requisito è essere disoccupate di 6 mesi. Ma la misura si rivolge pure a donne senza impiego anche solo da 6 mesi ma operanti in zone con disparità di occupazione tra sessi superiore al 25%. Parte dal 1° settembre anche l’esonero del 100% dal versamento dei contributi previdenziali, fino al 31 dicembre 2025, per gli under 35 assunti o stabilizzati a tempo indeterminato. Sono previste assunzioni di 100mila donne e 60mila under 35. Entreranno in vigore anche gli incentivi per settori strategici, mentre già è operativo il maxi sconto fiscale del 120% per chi assume a tempo indeterminato. Insomma, da settembre entreranno in vigore le grandi misure occupazionali del Governo Meloni, che daranno una maggiore spinta al mercato del lavoro che già, ormai da più di un anno, si muove su grandi ritmi (mezzo milione di occupati in più sull’anno scorso) e gode di ottima salute.