Lavoro in nero in Usigrai? La denuncia che mette nei guai il sindacato “rosso”

Regola numero uno: se vuoi permetterti il lusso di inventare di sana pianta di essere una vittima del potere, di venire censurato dal governo in virtù di chissà quale complotto (scelta legittima ma perlomeno discutibile in democrazia), devi prima mettere ordine in casa tua, sistemando quei disordini che, in qualsiasi momento, potrebbero ritorcersi contro per la legge di Murphy. Doveva pensarci l’Usigrai, il sindacato Rai dei giornalisti di sinistra, fino a pochi mesi fa l’unico esistente, prima di incolpare il governo di voler censurare le opposizioni. E avrebbero dovuto consultare anche i dati sul tempo dedicato agli esponenti politici nei vari Tg della Tv di Stato. Vincono il PD ed Elly Schlein, ovviamente, ma questo è un altro paio di maniche.

Lavoratori in nero?

Il problema che ora affossa le tesi dell’Usigrai e i suoi sostenitori è di natura lavorativa. Dalle rivelazioni fatte ieri da Il Giornale, infatti, risulta che un collaboratore del sindacato avrebbe dichiarato di aver ricevuto compensi dallo stesso senza contratto: lavorava in nero per l’Usigrai. Un lavoratore pagato senza contratto, senza contributi da un sindacato, che in teoria dovrebbe difendere i lavoratori. Sindacato per giunta di sinistra, che in teoria sarebbe, anche questa, storicamente a difesa dei lavoratori. Un inghippo che, se confermato, aggiungerebbe altri problemi a un sindacato già in difficoltà su altre questioni, come quello dei suoi bilanci finanziari, non pubblicati e non visibili sul sito del sindacato, celati dietro chissà quale mistero e quale spesa.

La risposta dell’Unirai

È stata allora immediata la reazione dell’Unirai, il secondo (cronologicamente parlando) sindacato dei giornalisti Rai nato in risposta al monopolio dell’Usigrai. Unirai che, in assenza di altre notizie, ha cercato di rispondersi da sé: “Non bastava lo scandalo dei soldi misteriosamente spariti dalle casse. Apprendiamo oggi dal Giornale – hanno fatto sapere gli esponenti di Unirai – che Usigrai per anni avrebbe pagato in nero un proprio collaboratore. Una vicenda sconcertante. Ci aspettavamo chiarezza, ma come al solito siamo stati delusi. È vera o no la notizia pubblicata dal Giornale? Nessuna risposta, ma il tentativo di passare per vittime di non si sa quale “complotto” niente meno che contro la libera informazione. Non c’è più limite al ridicolo”. Inoltre, anche Unirai afferma di averci visto chiaro in merito alla questione dei bilanci dell’Usigrai, trovando in questa vicenda un’altra conferma che la separazione dal sindacato “rosso” è stata un bene: “In merito ai rendiconti economici di Usigrai confermiamo – hanno aggiunto – che in passato abbiamo più volte chiesto di poterli visionare ma ci sono sempre stati negati. Oggi capiamo il perché. Abbiamo fatto bene a fondare un nuovo sindacato. E ogni giorno ne abbiamo la conferma. Usigrai, il sindacato “rosso” sciopera contro il governo ma paga in nero i lavoratori”.

Un’altra gatta da pelare per la sinistra

Secondo le ricostruzioni del Giornale, il protagonista della vicenda, il lavoratore “abusivo”, avrebbe lavorato per l’Usigrai per circa cinque anni completamente a nero. Inoltre, lo stesso lavoratore sarebbe già in causa con il sindacato, questa volta non come parte lesa, incolpato di aver fatto “scomparire” 100mila euro dai conti dell’Usigrai. Accusa contro la quale il suo avvocato, interpellato dal Giornale, ha risposto: “Il mio assistito non si è mai occupato della parte economica all’interno del sindacato, non aveva contatti con il tesoriere”. Insomma, su come l’Usigrai abbia utilizzato e utilizzi tuttora i soldi provenienti dalle quote dei suoi adepti, è ancora un mistero. L’unica cosa certa, per ora, è solo la denuncia del lavoratore abusivo. In definitiva, si aggiunge un’altra gatta da pelare per il sindacato e per la sinistra, che riesce a rovinare qualunque cosa si trovi a difendere.

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