Le 10 parole per la riforma della Giustizia italiana protagoniste al Decennale di FdI.

No non parliamo del miracolo dell’apparizione della legge sul monte Sinai, si tratta di altro.

“Solo 10 parole” è un frontespizio, il frontespizio di una semplificazione che da anni viene invocata: 10 parole per la riforma della giustizia italiana.

Se ne è parlato alla festa di Fratelli d’Italia a Piazza del Popolo, il 16 dicembre 2022, con Andrea Delmastro Delle Vedove, Sottosegretario al Ministero della Giustizia, Daniele Capezzone, giornalista ed editorialista, Marco Travaglio, Direttore de Il Fatto Quotidiano e Ciro Maschio, Presidente della Commissione Giustizia della Camera.

Il dibattito si infervora intorno ai temi di diritto penale, dove lo scontro tra giustizialisti e garantisti nel corso degli anni si è fatto duro ed a tratti quasi violento.

Ma lo ha detto il ministro Carlo Nordio, il punto più importante, delle linee guida del governo sulla giustizia, è il primo dei 10 punti indicati nella check list del ministero: priorità assoluta per le riforme che efficientano il sistema di giustizia sotto sostegno della crescita del PIL del nostro Paese. Priorità, dunque, alla semplificazione ed alla riforma delle responsabilità penali della Pubblica Amministrazione al fine di velocizzare i procedimenti amministrativi, ampliando i margini di manovra dei funzionari pubblici. Solo dopo aver concluso questi processi essenziali di efficientamento si potrà parlare di altri temi oggetto di scontro ideologico.

Ed è subito Andrea Delmastro Delle Vedove a cercare di mettere in luce questa importante presa di posizione del Governo, evidenziando con un certo rammarico come il dibattito in piazza sia andato a svilupparsi, ancora una volta, intorno agli ultimi tre punti della riforma indicata dal ministro Nordio, punti che sono considerati da Fratelli d’Italia meno prioritari, in questo momento, rispetto ad altre innovazioni che dovranno essere introdotte (soprattutto in campo civile), così da sostenere la ripresa economica del Paese e l’aumento d Pil.

Troppo a lungo la riforma della giustizia è stata paralizzata dallo scontro ideologico (e tra poteri dello Stato) intorno alla necessità o meno di una separazione delle carriere tra Pm e magistrati, in ordine al funzionamento degli organi di giustizia (valutando  la possibilità di nominare i membri del CSM con sorteggio), nonché sui temi della presunzione di innocenza e certezza della pena.

Ma il dibattito in Piazza del Popolo, nonostante I ragguagli di Delastro, oramai ha preso la sua direzione. Marco Travaglio e Daniele Capezzone, continuano ad arrovellarsi intorno a domande da sempre irrisolte: è giusto attribuire al contenuto delle intercettazioni un valore di prova, come se le dichiarazioni avessero valore fidefacente dei fatti indicati? oppure le intercettazioni sono un semplice mezzo di ricerca della prova?  Come tutelare l’imputato, presunto innocente, che si trova a dover subire un’ incarcerazione prima del processo per via di una custodia cautelare? come arginare il potere delle Procure, che con la diffusione a mezzo stampa della notizia di un avviso di garanzia, sono in grado di distruggere la dignità di una persona inchiodandolo alla gogna mediatica? e come garantire le vittime dei reati e assicurare certezza della pena per i colpevoli?

Ed è di nuovo Andrea Delmastro Delle Vedove a fare chiarezza  su tutte le problematiche sollevate: “sento dire da Travaglio che ritiene sia intenzione del governo abolire le intercettazioni, ma non è corretto. Le intercettazioni come strumento straordinario eccezionale per contrastare la criminalità e in particular modo quella organizzata rimarranno. Questo strumento sarà però regolato: mai più un uso politico strumentale delle intercettazioni. Ci saranno Ispezioni su quelle procure che distribuiscono le intercettazioni anzitempo.”

“Caro Travaglio” ha proseguito poi il sottosegretario alla Giustizia “ voglio rincuorarti, rispetto ai tuoi dubbi: stai pur certo che con il centro destra al governo le misure cautelari per arrestare spacciatori, stalker in costanza di reiterazione del reato ci saranno! Tanto e vero che in parlamento Fratelli d’Italia ha più volte, anche in passato, votato contro la proposta, di altre parti politiche , di eliminare le misure cautelari per I casi di reiterazione. Neanche Nordio vuole togliere le misure cautelari. Noi vogliamo che non si faccia più un uso snaturato delle misure cautelari. Se ipotizzo  che un Sindaco sia un corrotto, ho un’indagine in corso, lo fermo. Se lui si dimette da Sindaco, cosa che accade spesso, come può inquinare la prova? come può reiterare ? perchè dovrebbe fuggire?…ma se io lo metto dentro e gli dico che solo se parla potrà uscire? Quello è un uso snaturato delle misure cautelari.”

Ed ancora “caro Travaglio non mi hai convinto neanche sull’ultimo punto. Ricordiamo che in questi giorni abbiamo la CEDU che vorrebbe insegnare all’Italia come affrontare la Mafia, l’Andrangheta e la Camorra ( anzichè chiedere all’Italia che ha elaborato certe normative grazie ad anni di esperienza, frutto del sangue di Falcone e Borsellino,  e può insegnare come affrontare questi fenomeni). Bene il primo atto di questo governo è stato reinserire la norma del carcere duro e dell’ergastolo ostativo per contrastare questi reati. Il mafioso non può essere equiparato a nessun altro tipo di delinquente e deve essere trattato con misure di eccezionale durezza”.

Ecco perchè, come esposto da Delmastro Delle Vedove, Fratelli d’Italia propone di non infliggere le medesime misure durissime, severe e gravose previste per mafia, ai reati della Pubblica Amministrazione, modificando la legge spazzacorrotti. La disciplina prevista per mafia è una disciplina eccezionale e ciò ne garantisce l’efficacia e la tenuta anche di fronte alle osservazioni della CEDU.

Parole chiare, semplici da cui emerge una cristalina visione d’insieme , quelle del sottosegretario Andrea Delastro Delle Vedove, che riprende il ministro Nordio. E sembra questa l’arma vincente di uomini, che come Nordio hanno servito lo Stato durante tutta la sua vita, esercitando l’arte del diritto ( un arte, peraltro, che nasce nel nostro paese, nelle forme oggi conosciute). E questa sembra anche l’arma vincente di Fratelli d’Italia che a 10 anni dalla Fondazione ha conquistato il paese, proprio proponendo soluzioni ai problemi che s’incontrano nella prassi quotidiana ( nelle fattispecie concrete in esame si direbbe in un aula di tribunale), senza tener conto dei bizantinismi e dei sofismi dialettici a cui la comunicazione, la stampa, I media e i social, ci hanno abituati, soprattutto su impulso di una sinistra oramai sempre più smarrita.


La scheda

10 parole per la giustizia ( indicate in ordine di priorità):

1 priorità all’efficientamento della giustizia;

  1. rafforzare la digitalizzazione dell’amministrazione della giustizia, utilizzando le risorse pnrr. la digitalizzazione, consentirà di monitorare attraverso una statistica il buon governo dei tribunali;
  2. rafforzare i servizi di informazione, accompagnamento e accoglienza svolti attraverso la volontaria giurisdizione e il diritto di famiglia (il volto dell’italia che gestisce attraverso gli operatori di questo settore le pratiche d’immigrazione e il tema delicatissimo dei minori stranieri non accompagnati), nonché attraverso il processo esecutivo (che è garanzia ultima che da certezza al sistema di circolazione dei titoli);
  3. attuare la riforma del processo civile entro giugno 2023,;
  4. garantire il funzionamento del controllo e della gestione della crisi di impresa (con la nomina degli incaricati);

6 legge per l’equo compenso;

7 tutelare della presunzione d’innocenza attraverso la regolamentazione delle intercettazioni, la lotta contro l’uso politico dell’informazione di garanzia e l’abuso della custodia cautelare:

8 separazione delle carriere di PM e magistrati;

9 svincolare la tipologia relativa ai reati della pubblica amministrazione da quella dei reati per mafia;

10  garantire nello sviluppo della riforma un equilibrio tra i poteri dello Stato, evitando scontro ideologici tra garantisti e giustialisti.

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Valentina Augello
Valentina Augello
Ufficio Studi di Fratelli d'Italia.

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