Le azioni militari russe su Zaporizhzhia rischiano di provocare un disastro nucleare

Nella città ucraina di Zaporizhzhia, è ubicata la centrale nucleare più grande d’Europa, come già dichiarato da Rafael Grossi, direttore generale dell’Aiea (Agenzia nazionale per l’energia atomica).

Ieri, le forze militari russe hanno lanciato un altro attacco militare nel distretto Pologivskyi di Zaporizhzhia, uccidendo tre persone; Successivamente, un nuovo attacco russo annunciato da Fedorov, Ministro ucraino per la trasformazione digitale, avrebbe ucciso 6 persone nella zona industriale, sempre a Zaporizhzhia.

Oggi, invece, la Centrale nucleare di Zaporizhzhia è stata colpita dall’abbattimento di un drone kamikaze sul reattore 6 della centrale, tutt’ora spento, secondo quanto riportato dalle forze russe che controllano momentaneamente il complesso nucleare.

 Il conflitto tra Russia ed Ucraina si sposta verso la lotta mediatica:

Inutile dirlo, il Cremlino ha subito affermato che questa sia una “Provocazione pericolosa”, mentre il Ministero degli Esteri russo ha  dichiarato che i partner di Kiev, saranno i responsabili delle eventuali conseguenze di un disastro nucleare. Secondo la Russia “la Comunità mondiale” dovrebbe fare in modo di scongiurare attentati terroristici da parte dell’Ucraina.

Ancora una volta, Mosca continua fervidamente ad appoggiare la propria causa, facendo morali che non le si addicono propriamente: il supporto dei BRICS e di un paese teocratico ed intollerante come l’Iran, di certo non sono medaglie al valore.

Dal canto suo l’Ucraina si è opposta alla versione russa, asserendo che sia proprio la Russia ad attaccare la centrale, per screditare Kiev, facendo ricadere la colpa sull’Ucraina. Secondo quanto attestato dal Tenente Andriy Kovalenko, direttore del centro ucraino per la lotta alla disinformazione, la Russia starebbe provando a portare avanti una campagna di “provocazioni e falsità”.

Zaporizhzhia rischia di trasformarsi in una nuova Chernobyl?

Quando si parla del  “Disastro nucleare” spesso si fa riferimento alla storica tragedia della centrale nucleare di Chernobyl, situata proprio in Ucraina, in cui nel 26 Aprile 1986 avvenne una catastrofe che sarebbe passata alla storia come uno degli eventi che ha sconvolto maggiormente il territorio ucraino ed europeo dal lato sanitario ed energetico.

Il timore che Zaporizhzhia possa eventualmente trasformarsi in una polveriera, si espande tra gli osservatori di questo conflitto ed anche tra chi ne è direttamente coinvolto: quando un conflitto va ad improntarsi all’interno di un territorio in cui l’energia nucleare svolge un ruolo piuttosto fondamentale, bisogna fare i conti con la delicatezza di uno strumento che rischia di minare la stabilità non soltanto di uno o più paesi, ma anche di uno o più continenti. 

D’altronde, la storia, che purtroppo non sempre è “Magistra vitae”, ci ha insegnato i pro e i contro del Nucleare: basti pensare alla prima bomba atomica che coinvolse il Giappone alla fine del secondo conflitto mondiale nell’Aprile del 1945, devastando le popolazioni locali e segnando un’altra sciagura sulla linea temporale del secolo breve.

Tuttavia, è piuttosto chiaro che un conflitto di questa portata metta a rischio un’innovazione energetica importante, specialmente quando si tratta di azioni militari incoscienza che rischiano di minare fortemente una stabilità territoriale, devastando la superficie terrestre senza alcuna preventiva considerazione delle proprie azioni.

Scongiurare un’altra catastrofe energetica: in che modo?

Innanzitutto, occorre fare chiarezza su tutte le dinamiche prese in considerazione precedentemente, al fine di comprendere quale sia lo stato attuale della Centrale di Zaporizhzhia e per quale assurdo motivo sia stata bersagliata sciaguratamente.

In secondo luogo, bisogna tener conto che un’ulteriore tragedia nucleare non rischia solamente di creare un’escalation immensa, ma anche di rendere quasi impossibile ogni tipo di mediazione, portando il conflitto direttamente su scala globale e devastando quel flebile buon senso già radicalmente precario nelle logiche geopolitiche contemporanee.

Una guerra devastante ed una Chernobyl 2.0 rischiano di diventare un “ricettacolo” orrendo per l’estinzione, questo è ciò che la comunità mondiale dovrebbe tenere bene a mente, specialmente le istituzioni come l’ONU, che di questi tempi sembrano aver perso l’impatto di un tempo sulla diplomazia estera e sulla gestione delle crisi internazionali.

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Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

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