Le città di sinistra sono le più insicure: il buonismo rosso sulla pelle dei cittadini

Il dato è chiaro a tutti: le città governate dal centrosinistra sono le più insicure. Questo è quanto si evince dal report pubblicato ieri dal Sole 24 Ore sullo stato di sicurezza delle nostre città. Tra le prime dieci città italiane per numero di denunce, ben otto sono amministrate dalla sinistra. E se si aggiunge, a questi dati, che le città governate dal centrosinistra sono anche quelle più severe in quanto a contravvenzioni stradali, il quadro che viene fuori non è certo positivo: la sinistra, nelle città che amministra, è dura con i cittadini che hanno una macchina, ma debole con chi invece trasgredisce la legge.

Reati degli stranieri in aumento

Secondo i numeri pubblicati dal Sole 24 Ore, le denunce nel 2023 sono aumentate del 3,8% rispetto al 2022, ma nel primo semestre di quest’anno sono invece registrate in flessione di un punto percentuale, con il calo più significativo che riguarda gli omicidi volontari. Il 34,5% dei denunciati è extracomunitario, la metà di questi è composta da irregolari. In questa prima metà dell’anno, i rimpatriati sono aumentati di circa 600 unità rispetto al 2023. Numeri ai quali Libero oggi ha aggiunto altre informazioni: dal 2010 al 2022 si è registrato un aumento degli arresti per i minorenni stranieri (aumento del 75%) rispetto a un calo (del 16%) per i minorenni italiani. Pesa il fenomeno delle baby gang, formate maggiormente da immigrati di seconda generazione, che sempre più spesso si sentono in contrasto con la nostra società e la osteggiano con furti, rapine, violenze, incendi e minacce. È il fenomeno dell’integrazione auspicata da una sinistra ma nei fatti fallita.

Milano, Roma, Firenze

Passiamo alla classifica. Come anticipato, il triste primato spetta alle città governate dal centrosinistra, che occupano tutti i gradini del podio. Al primo posto c’è immancabilmente Milano. Quella Milano governata da Giuseppe Sala, così attento a fare la guerra alla scultura della donna che allatta ma inerte sugli interi quartieri ormai in mano alla criminalità, alle baby gang e agli immigrati. Su 100mila abitanti ci sono 7mila denunce, in crescita del 5% rispetto ai livelli del 2019. Al secondo posto di questa speciale classifica, poi, c’è Roma, che fa registrare un aumento del 16% rispetto al pre-Covid e riacquista la medaglia d’argento rispetto allo scorso anno. Sul gradino più basso del podio c’è Firenze: il rapporto tra cittadini e denunce in queste due ultime città è molto simile, con 6mila denunce ogni 100mila abitanti. Emblematico il caso della Toscana, che può vantare nella top 10 tre capoluoghi, Firenze, Prato e Livorno, che sono anche le uniche province amministrate attualmente dal centrosinistra. Tra le altre città, ci sono Rimini, Torino, Bologna. Ottava e nona rispettivamente Imperia e Venezia, gli unici comuni della top 10 governate dal centrodestra.

Fallimento della sinistra

È la dimostrazione plastica che qualcosa non va, che il buonismo non ha portato buoni effetti e che per anni l’Italia ha rischiato di raggiungere il livello di delinquenza delle grandi metropoli europee, che hanno interi quartieri in mano alla criminalità e agli immigrati. È il risultato del progressismo, delle politiche no-border, dell’apertura incontrollata delle nostre frontiere esterne. Là dove i sindaci sono stati più “accoglienti” (che poi, è tutto da vedere, perché non prevedere nessun piano di integrazione e lasciare che gli immigrati riversino in strada, non sembra proprio costituire “accoglienza”), là dove i sindaci hanno attuato le politiche buoniste dei loro capi di partito, la criminalità è più alta. L’Italia, da quando è salita la destra al governo, sta riuscendo a limitare gli sbarchi e i danni. Allo stesso modo, ma in forte ritardo, anche gli altri Paesi europei, governati dai socialisti, si sono ritrovati in difficoltà e cercano di fare dietrofront seguendo il modello del Governo Meloni. La sinistra italiana, insomma, è rimasta l’unica ancora rinchiusa nella sua ideologia, l’unica ancora a festeggiare se un ministro viene processato per aver difeso i confini nazionali.

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