Le Regioni rosse chiudono in rosso: debito alto per le amministrazioni di sinistra

Il 2023 giunge al termine e, tra panettoni e pandori, arriva uno dei momenti più delicati per le amministrazioni di ogni livello: è tempo di bilanci. Ma quella raccontata dai numeri è un’Italia divisa in due: non la storica spartizione tra Nord e Sud, ma quella tra Regioni governate dal centrodestra e quelle governate dal centrosinistra. Dopo la gogna mediatica subita dal governatore della Lombardia Attilio Fontana, uscito illeso dalla bagarre anche giudiziaria in cui era stato coinvolto, e dopo che il sistema sanitario della sua Regione, al netto delle critiche, ha retto meglio di tutti l’urto del Covid, ora a chiudere l’anno in rosso sono proprio le Regioni guidate dalla sinistra e da quegli stessi soloni della buona amministrazione che, soprattutto in periodo di Covid, elargivano insegnamenti su come fare a gestire in modo corretto la spesa pubblica: la loro era è finita. Leggendo i dati, appaiono chiaramente le difficoltà che vive il centrosinistra al governo: la Toscana del dem Giani, governatore dal 2020, certifica un debito di 400 milioni di euro; l’Emilia Romagna di Bonaccini e di Schlein, che ne era vicepresidente fino a pochi mesi fa, dichiara un buco di circa 300 milioni di euro, ma secondo l’opposizione di centrodestra sarebbe molto più cospicuo, fino a sfiorare il miliardo; la Puglia guidata dal barese Emiliano chiude in rosso con 500 milioni di euro di debiti. Da notare che nelle Regioni in questione la sinistra governa da decenni: il Puglia, in particolare, dal 2005, mentre la Toscana e l’Emilia Romagna, come si sa, hanno sempre espresso governatori di PCI, PSI e discendenti. La buona amministrazione – si può dire dati alla mano – non appartiene al centrosinistra che, come a livello nazionale sperpera i fondi pubblici in bonus e sprechi facendo pagare il conto agli italiani, così anche a livello regionale, dove le amministrazioni si trovano costrette ad alzare le tasse per risanare il debito accumulato. Nessun problema invece nelle Regioni a guida centrodestra, dove la sanità pare molto più efficiente e meno in difficoltà, come già dimostrato durante la pandemia con gli ottimi risultati in particolare di Lombardia e Veneto, e dove soprattutto aumentare le tasse non appare tra le prerogative delle amministrazioni.

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