Giorgia Meloni, nel suo intervento alla riunione dell’Esecutivo di Fratelli d’Italia, è stata chiara e perentoria. Il suo è stato un ammonimento caratterizzato dal giusto rigore e rivolto alle classi dirigenti, di Fratelli d’Italia anzitutto e del resto del centrodestra, di ogni livello, dal Governo alle amministrazioni locali, affinché non si smarrisca la rotta delineata dal 2022. Questo Governo, è la sostanza del ragionamento della premier, sta facendo la Storia e chi vi partecipa deve sentirsi investito di una particolare responsabilità, conferita dagli italiani con il voto, e non può che imporsi regole severe e un codice di comportamento ispirato a trasparenza e diligenza. Il Presidente del Consiglio non ha affatto esagerato quando ha sottolineato il valore storico dell’esperienza di governo della destra e dei conservatori.
Il Governo Meloni è il primo esecutivo dell’Italia repubblicana retto da una coalizione di centrodestra trainata dalla destra politica, e presieduto da una donna. Ciò è già Storia della Repubblica, inoltre, nonostante le accidentate condizioni di partenza, (strascichi ancora presenti della pandemia, guerra in Ucraina e inflazione alle stelle), è stato fatto di più negli ultimi due anni che nel decennio che ha preceduto l’arrivo di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. Le riforme istituzionali discusse e attese in più stagioni politiche, premierato ed elezione diretta del potere esecutivo, Autonomia differenziata e migliore gestione politico-finanziaria del territorio, hanno già ricevuto importanti via libera dal Parlamento e sono ad un passo per diventare realtà. Si sta procedendo alla revisione del sistema giudiziario per avvicinarlo al cittadino, renderlo più equo e meno farraginoso, e liberarlo da torbide commistioni con la politica.
Ad ogni manovra economica, anche se la famosa coperta non è lunghissima, viene rilanciato l’impegno, assunto sin dall’inizio, di abbassare le tasse a famiglie e imprese con progressive diminuzioni del cuneo fiscale in busta paga e la riformulazione dell’IRPEF. Viene anteposto il contenimento, graduale, ma continuo, del peso del fisco ai vari bonus “allegri” di grillina e piddina memoria. Gli incentivi all’occupazione dimostrano di funzionare perché i dati del lavoro macinano record positivi ogni mese e il PIL italiano sta registrando performance migliori di quelle di altri Paesi europei.
Il consenso elettorale per Fratelli d’Italia, stando ai sondaggi più recenti, raggiunge la ragguardevole percentuale del 30 per cento, quindi, se la popolarità non solo non viene meno, ma cresce, la spiegazione è una sola: si sta lavorando nel migliore modo possibile! Molto è stato fatto finora e molto rimane da fare sino alla fine della legislatura, la posta in gioco è piuttosto alta e non è ammesso, come ha evidenziato Giorgia Meloni all’Esecutivo di FdI, sciupare e compromettere l’azione del Governo con scivoloni impropri e finanche ingenui, in ogni caso tranquillamente evitabili, di questo o quel ministro o esponente di partito.
Non c’è bisogno di rinchiudersi in un convento di clausura, però, è indispensabile mantenere un certo rigore anche nella vita privata e nel tempo libero, ponendo attenzione alle frequentazioni, per evitare di incorrere in situazioni sgradevoli, che, pur non essendo magari connotate da una gravità inaudita, offrono argomenti a delle opposizioni carenti di contenuti e ad un apparato mediatico a loro vicino, i quali non aspettano altro che montare casi politici con pretesti più o meno credibili. Questa è la storia della sinistra italiana, che, dalla relazione semi-clandestina fra Palmiro Togliatti e Nilde Iotti alle poco edificanti vicende dell’ex governatore del Lazio Piero Marrazzo, farebbe bene a guardare prima in casa propria, e invece applica il voyeurismo sistematico nei confronti della destra.
In ogni caso, la premier Meloni è stata netta su questo, le donne e gli uomini di destra devono essere severi anzitutto con loro stessi. Bisogna andare avanti con la convinzione delle idee, ma senza pensare di avere una Nazione inginocchiata ai propri piedi e disposta a digerire tutto. L’elettorato è mobile, come ha dimostrato la parabola politica di Matteo Renzi, e le stalle possono essere prossime alle stelle.
Tutto giusto. Nella tradizione del grande Giorgio Almirante.