Le sinistre si uniscono, noi no: questo è il problema

Se non fosse drammatico per la democrazia, lo spettacolo offerto dai sinistri d’ogni dove ci farebbe scompisciare dal ridere. Il problema è che il loro repertorio di menzogne è talmente vasto da sovrastare le voci di chi non si omologa al pensiero unico, quantomeno nel raggiungere tutte quelle persone che ancora si informano attraverso i media tradizionali. La colpa, va detto, è anche un po’ nostra, nel senso che a differenza della sinistra dimostriamo di non aver ancora capito quanto conti fare sistema ed investire sull’informazione tout-court. 

Ma non solo, perché anche a destra c’è ancora qualcuno che s’illude che farsi lisciare il pelo dai media del mainstream non abbia alcun prezzo, salvo poi farsi trascinare su posizioni che con la destra non hanno nulla a che spartire. Eppure, a queste latitudini, la triste parabola di un certo Gianfranco Fini dovrebbe aver insegnato qualcosa. 

Prendiamo i due esempi più attuali: Trump e Le Pen. Negli ultimi anni qualcuno “di destra” è arrivato perfino ad affermare pubblicamente di preferire Biden che, al netto della sua palese inadeguatezza, incarna l’esatto opposto dei valori che professiamo: la distruzione della Civiltà Occidentale attraverso il sostegno a ideologia woke e gender, la soppressione della democrazia perseguitando per via giudiziaria gli avversari e, ovviamente, la destabilizzazione geopolitica nel solco dei disastri creati dal duo Obama-Hillary Clinton. 

Simile l’approccio anche riguardo alla Francia, rispetto alla quale alcuni addetti ai lavori hanno sempre trattato Marine Le Pen con spocchia, lasciando intendere di preferirle la quint’essenza del globalismo, al secolo Emmanuel Macron.

Paradosso nel paradosso: si tratta di due ex leader ormai invisi anche ai loro stessi elettori, e non certo da oggi. Non serviva mica Henry Kissinger per capirlo. Il dramma è che ancora troppi, tra politici e addetti all’informazione teoricamente ascrivibili all’area di centrodestra, dimostrano di essere assuefatti al coro del mainstream, e infatti parlano – e in qualche caso, purtroppo, agiscono – convinti che quella narrazione distorta coincida con la realtà.

Mi pare del tutto evidente che Giorgia Meloni non abbia bisogno di compagni di viaggio di tal fatta, perché delle due l’una: o sono degli incompetenti totali, oppure dimostrano fare il gioco di quelle stesse sinistre che un giorno sì e l’altro pure sognano – alcuni metaforicamente, altri meno – di vederla a testa in giù. 

Dal canto suo, essendo priva di qualsivoglia proposta politica degna di questo nome, la sinistra fa l’unica cosa che le riesce: il bue che dà del cornuto all’asino. Blaterano del “pericolo” costituito dalla destra al governo mentre sono loro stessi a mettere a ferro e fuoco piazze, difendere i terroristi (anche portandoli nel Parlamento Europeo) e boicottare gli ebrei e Israele sostenendo le stesse posizioni di Hamas. 

E noi dovremmo avere paura di sostenere apertamente chi lotta in difesa dei nostri stessi valori per compiacere chi ci sputa quotidianamente addosso il suo disprezzo? Apriamo gli occhi per favore, come peraltro hanno già fatto decine di milioni di persone libere in tutto l’Occidente.

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Alessandro Nardone
Alessandro Nardone
Consulente di marketing digitale, docente alla IATH Academy, è autore di 9 libri. È stato inviato di Vanity Fair alle elezioni USA dopo aver fatto il giro del mondo come Alex Anderson, il candidato fake alle presidenziali americane del 2016.

1 commento

  1. Verissimo, loro si uniscono non con un programma comune, ma per l’odio nei confronti dell’avversario, mentre noi no. Detto questo, speriamo che domenica il Rassemblement National vinca in modo che inizi il profondo cambiamento delle istituzioni europee.

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