L’incontro di ieri alla Casa Bianca tra Donald Trump, Volodymyr Zelensky e i leader europei, tra cui Giorgia Meloni, segna una svolta epocale. Non solo perché la pace torna finalmente a essere un’opzione concreta, ma perché sancisce l’affermazione di un fronte che avevamo avuto il coraggio di prevedere quando ancora in molti lo consideravano impossibile.
Nella primavera del 2024, quando quasi tutti davano Trump per politicamente finito, scrivevamo che non solo sarebbe tornato alla Casa Bianca, ma che il suo ritorno avrebbe rafforzato la leadership di Giorgia Meloni in Europa. Oggi questa visione è realtà. Meloni è diventata il punto di riferimento europeo più vicino ai valori del popolo MAGA, e Trump ha trovato in lei l’alleata indispensabile per avere in Europa una sponda solida e credibile.
Non è un rapporto unidirezionale: Giorgia e Donald si rafforzano a vicenda. Senza il lavoro diplomatico di Meloni negli ultimi due anni, la pace non sarebbe nemmeno sul tavolo. Fino al ritorno di Trump, l’Europa considerava la guerra una condizione permanente, con lui e con Giorgia, la prospettiva è cambiata radicalmente.
Ieri, nello Studio Ovale, ha preso forma il primo grande successo del movimento che Meloni ha definì qualche mese fa proprio a Washington Make West Great Again: leader che rappresentano i popoli e non le élite, le nazioni e non le multinazionali. È questa la nuova architettura dell’Occidente, in cui l’America è forte solo se lo è anche l’Europa, e l’Europa lo diventa solo se difende i propri interessi e quelli delle proprie Patrie, spezzando le catene dei diktat dei burocrati globalisti.
E poi, parliamoci chiaro: oltre alla pace, per la quale tutti continuiamo a pregare, per l’Italia questo successo significa anche molto altro. Significa riaprire i canali economici con la Russia, recuperare un mercato che valeva il 30% dell’export in settori strategici, tornare ad accogliere milioni di turisti russi e ridare respiro a famiglie e imprese con bollette finalmente accessibili.
È una prospettiva che si aggiunge ai risultati già ottenuti dal Governo Meloni su lavoro, crescita e sostegno alle famiglie: numeri che raccontano un’Italia in ripartenza, nonostante l’ostinata cecità di chi continua a negare l’evidenza.
E mentre eravamo bombardati da “esperti” e “grandi media” che ci spiegavano che Trump fosse un guerrafondaio e che accusavano Giorgia Meloni di “essergli troppo amica”, noi abbiamo offerto ai nostri lettori una visione scevra da pregiudizi, fanatismi e rendite di parte: costruita sull’esperienza sul campo, sullo studio delle carte, sull’analisi geopolitica e sulla capacità di interpretare i fenomeni politici, oltre che sulla conoscenza approfondita dei due leader in questione, Donald Trump e la nostra Giorgia Meloni. E sì, anche sulla coerenza.
Senza falsa modestia, siamo orgogliosi di averci preso: non per vanagloria, ma perché siamo fieri di essere rappresentati da una leader come Giorgia Meloni e fieri di essere italiani. Le Cassandre della sinistra e certi giornalisti, se avessero un minimo di dignità, dovrebbero darsi all’ippica.