L’endorsement di Le Monde: “In Italia Giorgia Meloni parte alla riconquista delle periferie”

Riportiamo, tradotto in italiano, l’articolo de Le Monde, autorevole testata francese tendente a sinistra che elogia le ultime azioni del governo Meloni per bonificare e rilanciare le periferie e tutti i territori in cui c’è un’alta concentrazione di criminalità.

Caivano e la maxi operazione che il 5 settembre ha coinvolto centinaia di uomini delle forze dell’ordine hanno catturato l’attenzione della testata parigina, che manifesta apertamente il proprio apprezzamento nei confronti di quanto realizzato dall’esecutivo, che è stato in grado di far tornare lo Stato anche laddove questo non si vedeva da tempo.
Il giudizio positivo nei confronti dell’esecutivo di Meloni da parte de Le Monde dimostra come agire in nome della legalità consegni al di fuori dei confini nazionali l’immagine di un Paese forte e sicuro, in cui non c’è spazio per alcuna forma di criminalità e nella delinquenza. Con buona pace di chi, dentro casa, continua a criticare per puro piacere personale l’operato del Governo Meloni.   

Il Presidente del Consiglio italiano vuole fare di una periferia del capoluogo campano la vetrina di una politica volta a “far sentire la presenza dello Stato ai cittadini”.

Dalla fine dell’estate, una remota periferia di Napoli sta attirando l’attenzione di tutta Italia. Il Parco Verde, nel comune di Caivano, a 13 chilometri dal centro, è uscito dall’oblio per l’orrore dei crimini sessuali in cui le vittime sono minorenni. L’area viene ora presentata dal governo italiano come il come il fronte pioniere nella riconquista dei margini del Paese.

All’alba di martedì 5 settembre, il ritorno dello Stato promesso dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si è concretizzato in una vasta operazione condotta da tre reparti delle forze dell’ordine e che ha coinvolto più di 400 funzionari pubblici. I loro obiettivi consistevano in decine di nascondigli di denaro, droga e armi sparsi per il quartiere dai trafficanti affiliati alla camorra che vi risiedono.

L’operazione è stata descritta dalla signora Meloni come la prima fase di un lungo percorso, volto a “far sentire la presenza dello Stato ai cittadini”.

Con i suoi 6.000 abitanti, il Parco Verde è diventato un caso nazionale in meno di due settimane.

La rilevanza politica che ha assunto è iniziata con l’emergere nei media locali e poi nei media nazionali della storia di due giovani donne del quartiere, la cui età varia dai 10 ai 13 anni, che sono state ripetutamente violentate da loro coetanei.

Il Paese è stato poi segnato dallo stupro di gruppo di una donna a Palermo da parte di un 19enne palermitana.

Don Maurizio Patriciello, sacerdote della chiesa del Parco Verde denuncia l’abbandono in cui versa la comunità di cui è guida spirituale. Noto per il suo impegno contro il sistema criminale della camorra napoletana, Patriciello ha invitato dunque Giorgia Meloni a visitare Parco Verde. La Meloni ha risposto positivamente. Durante la sua visita del 31 agosto il Presidente del Consiglio, affiancata dai ministri dell’Istruzione, dell’Interno, della Cultura e dello Sport, ha descritto la situazione come il risultato di un “fallimento da parte dello Stato”.

Il capo del governo ha colto l’occasione per annunciare ai residenti che il Governo avrebbe fatto la sua parte con nuove strutture pubbliche, insegnanti aggiuntivi e con la ricostruzione di un centro sportivo, attualmente noto per essere stato il luogo di numerosi stupri. Partendo dal Parco Verde, Giorgia Meloni, insieme a “tutti i ministri” del suo governo, ha lanciato una campagna per sradicare le zone franche in Italia.

È così che questo quartiere, segnato da decenni di marginalità, è diventato il simbolo di questo percorso nel controllo del territorio nazionale.

Il Parco Vede fu inizialmente costruito per essere un rifugio degli esuli del terremoto dell’Irpinia del 1980, ma è stato presto abbandonato a sé stesso, diventando di fatto una ‘terra di nessuno’.

Le sue palazzine sono state il cuore della “terra dei fuochi”, dove gli incendi causati da fumi tossici legati al traffico di rifiuti della camorra hanno causato gravi problemi di salute a molte delle persone coinvolte.

Il sistema criminale qui ha approfittato dell’isolamento del quartiere e dell’esclusione in cui vivono alcuni dei suoi abitanti e si è radicato, divenendo per un periodo il centro della mafia napoletana.

Il Parco Verde rimane un luogo di traffici illegali, in cui c’è una condizione di povertà e mancanza di servizi immobilizzata da quasi quarant’anni.  
“Nelle ultime settimane, l’attenzione mediatica e politica ha creato disagio. Nonostante le promesse di miglioramento, c’è qui una sfiducia nei confronti dello Stato che, dopo tanto abbandono, vive una tragedia”, dice Cristina Giordano, che è project manager di ‘Un’infanzia da vivere’, un’organizzazione che si occupa nel Parco Verde di aiutare i giovani del quartiere.

Nel 2014, la morte di una bambina di 6 anni, che è stata e gettata dall’ottavo piano da parte del fidanzato della madre aveva già attirato l’attenzione nazionale su questo contesto. Poi il quartiere fu dimenticato. Ma il Parco Verde non è esattamente una “zona franca”.

Oltre 120 uomini dell’Arma dei Carabinieri sono stati infatti assegnati all’area da luglio 2022, sotto il comando del capitano Antonio Cavallo (31 anni), che è coinvolto con il sacerdote locale in attività sociali con i cittadini con l’ambizione di non essere più percepito come una forza di occupazione.

Secondo i dati della polizia, i clan camorristici con sede nel Parco Verde sono già stati indeboliti con l’arresto di 226 persone.

L’operazione del 5 settembre è stata eccezionale per la sua visibilità e per l’entità delle forze coinvolte, e ha inviato un forte segnale politico al Paese.

“L’improvvisa attenzione per un quartiere fragile potrebbe avere effetti negativi”, dice Eugenia Carfora, direttrice di un istituto professionale nei pressi del Parco Verde, e ha avvertito la Meloni dai possibili sentimenti di “di irritazione e paura intorno al Parco Verde”.

“Il cambiamento deve arrivare con attenzione, con pazienza, e in silenzio. Tutto questo rumore potrebbe portare le persone del quartiere a rivoltarsi contro tutto ciò”, ha detto, sottolineando come non si parli più delle due bambine il cui destino è sotto gli occhi di tutto il Paese.

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