L’esaltazione del 7 ottobre arriva alla Statale: a Milano il libro che onora Hamas

“La rivoluzione palestinese del 7 ottobre” è il titolo del libro che sarà presentato domani alla Statale di Milano. Uscito in libreria il 25 ottobre, la casa editrice sul suo sito ne parla così: “Questo libro è “un mosaico di testi disegnato dall’esaltazione per il grido celeste di Gaza insorta, il moto corale che da un sabato d’inizio autunno mostra che i potenti possono sanguinare; dal crescente senso di sconforto e solitudine che vive in Italia ognuno dei militanti sinceri per la Palestina; dalla domanda crudele: perché il più esteso movimento giovanile, sorto da oltre vent’anni, è così isolato socialmente e incapace d’incidere a livello politico e comunicativo?”. Dalla prigionia nelle carceri sioniste di Khaled El Qaisi, nel settembre 2023, sino al martirio di Fouad Alì Shokr a Beirut e Ismail Haniyeh a Teheran, nella notte tra il 30 e il 31 luglio 2024, Filippo Kalomenìdis ripercorre la storia della resistenza palestinese, combinando tra loro poesie, saggi e interviste e dando vita a un’intensa raccolta di saggi eretici e poetico-politici sulla Palestina”. L’autore, Kalomenìdis, si presenta come “scrittore, poeta e militante politico” e l’opera sarà presentata alla Statale grazie all’azione di “Giovani palestinesi”, di “Intifada studentesca” e di alcuni centri sociali. In un saggio dello scrittore, si legge: “I guerriglieri di Gaza sui deltaplani sono diventati folate di vento e grida che hanno sovvertito il tempo”. Nel libro ancora l’esaltazione: “Nella gioia creatrice di un futuro imprevedibile senza catene né limiti il luminoso incantevole sorriso dei rivoluzionari traspare dalla kefyeh arrotolata sul viso, e invita alla danza sopra i carrarmati nemici”.

Non si nascondono più

Ecco, dunque, l’ennesima occasione in cui all’interno di un ateneo ci si macchierà dell’esaltazione dei crimini di guerra commessi da Hamas, valorizzati e decantati come fossero gesta eroiche. Il 7 ottobre del 2023 morirono migliaia di giovani israeliani, uccisi, torturati, violentati dalla furia dei miliziani e dei terroristi. La manifestazione del 5 ottobre a piazzale Ostiense, a Roma, aveva smascherato una volta per tutte il vero volto dell’estrema sinistra, di antagonisti e centri sociali: non celano più la loro ammirazione per il terrorismo islamico, che è oramai manifesta. Le bandiere di Hezbollah e di Hamas in piazza, i minuti di silenzio per Nasrallah e per Sinwar, ritenuti martiri ed eroi da emulare, e non le menti sanguinarie dietro la tragedia del 7 ottobre. Ora anche i libri, quasi poemi epici che raccontano una realtà che non esiste; che elevano a rivoluzione e a liberazione il tentativo di cancellare uno Stato, quello ebraico, che ha diritto di esistere; che confondono il popolo palestinese con i terroristi di Hamas, che lo soggiogano e lo usano, costruendo le loro basi militari in prossimità di aree ed edifici delicati, come ospedali e scuole.

Gli atenei italiani sembrano allo stesso modo ostaggi di quei pochi antagonisti che ancora si divertono a occupare stanze e a proporre modelli sbagliati pur avendo minoranze minime: anche gli studenti ormai, quando si tratta di votazioni studentesche, si stanno spostando a destra e preferiscono battaglie serie e per i loro interessi, piuttosto che sposare una causa che, così come viene impostata dagli antagonisti, viene svilita. Davide Romano, direttore del museo della Brigata ebraica di Milano, ha espresso la sua preoccupazione per l’“ennesimo capitolo del festival dell’apologia del terrorismo che troppo spesso vediamo nella nostra città. Con l’aggravante che se per una volta lo scorso 7 maggio l’Università Statale aveva deciso di tenere un convegno su Israele, non ha poi avuto la forza di mantenere l’impegno arrivando addirittura a cancellarlo”. La libertà non può essere soltanto unilaterale: “Amsterdam è dietro l’angolo – ha avvertito – se istituzioni più importanti – come le nostre università – già si arrendono a minoranze fanatiche”.

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