L’esercito ucraino avanza nella regione russa di Kursk. Un traguardo inaspettato

Durante la giornata del 7 agosto, le truppe ucraine sono avanzate per 10 km nella regione russa di Kursk, una controffensiva che risulta piuttosto inaspettata, forse addirittura incredibile, visto che abitudinariamente riusciamo a concepire l’ucraina come un paese capace esclusivamente di potersi difendere dalle minacce anziché reagire. Stavolta le forze militari giallo-blu hanno dato prova di poter contrattaccare contro la Russia, nonostante gli approvvigionamenti siano comunque minori, così come il numero di soldati a disposizione. Questa sembra dunque un’evidente vittoria della qualità sulla quantità. Certo, se si pensa agli anni ed ai mesi precedenti in cui il paese al confine europeo ha sofferto oltre l’inverosimile, questa notizia suona come una piccola vittoria. Tuttavia è opportuno ricordare che la guerra non è affatto finita e che l’esercito ucraino dovrà impegnarsi sempre di più per liberare la propria terra dall’invasore russo.

Secondo l’ISW ,ossia l’Istituto per lo studio della guerra, i funzionari russi starebbero studiando come rappresentare questo particolarissimo evento, al fine di evitare un clamore che rischierebbe di fortificare esclusivamente la controparte. Di fatto – come specificato anche dagli esperti dell’ISW – questo avvenimento potrebbe creare malcontento, di conseguenza per i Russi sarà necessario prendere delle adeguate contromisure al fine di non produrre un malcontento. Forse l’azione ucraina verrà ampiamente minimizzata o addirittura censurata dal Cremlino, il quale non se la cava benissimo con le armi di distrazione di massa, tanto che Putin per mantenere il potere ha dovuto scatenare una guerra e ricostruire un regime totalitarista fondato sulla paura e sull’espansionismo in Europa con forti derive ideologiche di stampo sovietico.

La situazione non si è ovviamente ribaltata, ma sembra che il duro impegno delle forze armate nei settori della strategia e della tattica abbia dato i suoi frutti: forse la Federazione russa deve aver dimenticato di potenziare tutti quei fronti rimasti sguarniti dalla concentrazione delle truppe in altre località ucraine considerate fondamentali. Questo potrebbe aver agevolato la manovra delle milizie ucraine in terra russa. Non sappiamo con certezza se sia il caso di una “ghiotta occasione” irrinunciabile oppure il frutto di una costanza determinante, sul campo tecnico le dinamiche di un simile episodio sono tutt’altro che irrilevanti. D’altra parte, in ambito generale, è decisamente più importante una notizia di questo genere, perché rappresenta un problema per la Russia che adesso vede il pericolo di un’infiltrazione ed un possibile sabotaggio a cui porre rimedio nel minor tempo possibile.

Aldilà di ciò, non bisogna sottovalutare l’offensiva russa nelle regioni ucraine, la quale è tutt’altro che terminata o in stand-by: difficilmente l’esercito della federazione eurasiatica sceglierà la via del ritiro, a meno che le truppe ucraine non dovessero continuar a conquistare altre ubicazioni. In tal caso, sarà conveniente per i generali di Putin trovare una soluzione per questo problema che porterà esclusivamente ad un conflitto di logoramento totale.

Nel corso del tempo, l’apparato militare ucraino ha avuto la possibilità di rafforzarsi e di studiare metodi alternativi per difendersi e condurre campagne militari di contrattacco per mettere in difficoltà il proprio nemico.

Quali sono però le differenze principali tra i due contendenti? Nel caso dell’Ucraina, poter conquistare o semplicemente irrompere in una zona di dominio russo equivale ad uno scopo di semplice deterrenza, per affievolire la pesantezza degli attacchi perorati ai propri danni e convincere le truppe contrapposte alla ritirata. Nel caso della Russia, invece, l’assedio e l’ottenimento di un semplice centro urbano, di una centrale energetica o di una regione, rappresenta una motivazione per continuare nei propri intenti al fine di portare a termine l’obiettivo di assoggettare la popolazione, mettendo gli organi politici russi nella condizione di controllare il perimetro facilmente e stabilire un nuovo ordine in base ai propri interessi.

Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.