L’estate degli incendi a Roma: Gualtieri ha fallito di nuovo

L’incendio a Monte Mario. Pochi giorni prima quello a Ponte Mammolo. È l’estate dei grandi roghi a Roma, culla della civiltà occidentale, ora città in preda al caos, ai cantieri aperti e mai terminati e al rischio, sempre più forte, che il boom di turisti previsto per il Giubileo farà impazzire traffico e mezzi di trasporto.

In pieno centro

Il rogo di Monte Mario è forse il più indicativo. Tutto accadeva alla luce del sole, in pieno centro città: la baraccopoli dalla quale si è originato il rogo sorge tra un tribunale, la sede Rai, un museo scientifico, una stazione dei carabinieri. L’amministrazione comunale ha glissato per anni ed è accaduto l’irreparabile: ora quell’altura è priva di alberi, il suo verde tipico si è trasformato in un marrone, in un malinconico grigio, e tutto puzza ancora di bruciato. In cima si vede ancora l’Osservatorio Astronomico, che ospita anche il Museo Copernicano: una chicca romana che si erge tra le mille cupole e gli altrettanti campanili. È riuscito a salvarsi, le fiamme l’hanno lasciato intatto: sarebbe stata la sconfitta più brutta per la Giunta Gualtieri. Quella baraccopoli campeggiava lì da tempo, negli anni è andata via via ingrandendosi. Cumuli di immondizia e di stracci tra la ferraglia abbandonata nel centro della città, a pochi passi dal tribunale di piazzale Clodio, e non distante dalla sede della Tv di Stato. Tutto a ridosso del quartiere Prati. E nessuno, dal Campidoglio, in questi ultimi dieci anni, è riuscito quantomeno a notare una situazione che peggiorava.

L’alibi di Gualtieri

Il sindaco Gualtieri, quando ormai l’incendio veniva domato e tutto stava procedendo per il meglio (anzi, per il meno peggio), ha inteso sottovalutare la capacità di un amministrazione comunale a evitare certi tipi di catastrofi. Un po’ come dire: certe cose accadono e non possiamo farci nulla. Sono “fenomeni enormi che non sono governabili da nessuno direttamente”, ha detto. Tra questi, annovera “le migrazioni, la povertà, ci sono tante persone che non hanno una casa e che si accampano dove possono. Spesso noi li spostiamo, ma se si sgombereranno qui andranno da un’altra parte, quindi questa è una realtà molto difficile”. Inutile anche sottolineare che non si può accettare l’alibi dell’impotenza. Non lo può accettare Roma, e non lo possono accettare specialmente i tanti sfollati, dagli uffici e dalle abitazioni limitrofe.

Le critiche di Fratelli d’Italia

Critiche verso il titolare del Campidoglio si sono levate da Fratelli d’Italia. Durante l’apertura della campagna estiva del partito a Ostia, l’onorevole Marco Perissa, coordinatore di Fratelli d’Italia a Roma, ha spiegato che con l’incendio di Monte Mario “abbiamo inaugurato un’estate calda e bollente”, distruggendo un “pezzo di città che era un polmone verde” grazie al mancato intervento del comune sulla baraccopoli. Ma in realtà, oltre a gestire meglio la questione del abusivi, il Comune avrebbe potuto anche intervenire meglio sulla messa in sicurezza del verde di Monte Mario: “Piange il cuore – ha detto la senatrice di FdI Lavinia Mennuni insieme a Federico Guidi, coordinatore di FdI del 14esimo Municipio – nel vedere le lingue di fuoco devastare il costone della riserva naturale di Monte Mario, nel cuore della città consolidata, con palazzi evacuati e vegetazione irrimediabilmente distrutta. Ci chiediamo – hanno aggiunto – se si poteva evitare questo rogo o quantomeno se si sarebbe potuto limitare il rischio incendi in uno dei parchi più belli di Roma con delle misure di prevenzione antincendio come il taglio delle sterpaglie, la creazione di sentieri frangi fiamme da parte di Roma Capitale a cui spetta la manutenzione dell’area”. Certamente facile parlarne dopo, ma è compito di un’amministrazione provvedere prima alla messa in sicurezza di un’area tanto importante quanto a rischio: in questo Gualtieri e la sua squadra dem hanno fallito. Di nuovo.

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La Redazione de La Voce del Patriota

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