L’Europa condanna il comunismo. È ora di togliere onoreficenza a Tito

Anche dal Parlamento Europeo ogni tanto arrivano delle buone notizie: finalmente anche il comunismo viene condannato per i milioni di morti che i regimi dell’est Europa hanno causato fino al 1989.

Troppi sono i crimini per i quali nessuno ha pagato ma ce ne sono alcuni che hanno colpito noi italiani più di altri:
quelli commessi dal Maresciallo Tito e dai partigiani comunisti dal 1943 e anche dopo la fine della guerra a Trieste e Gorizia, in Istria, a Fiume e in Dalmazia.

Una vera e propria pulizia etnica che ha colpito gli italiani dell’adriatico orientale per annettere delle terre storicamente di cultura e identità italiana alla nascente Jugoslavia comunista.

Fratelli d’Italia è da sempre in prima linea nel ricordare la tragedia delle foibe e dell’esodo e nel richiedere giustizia per chi ha sofferto per la sola “colpa” d’essere italiano.

E oggi che anche l’Europa riconosce l’intrinseca criminalità dei regimi comunisti è il momento di mettere fine a un’ingiustizia troppo a lungo patita.

È ora di togliere l’onorificenza all’Ordine al Merito della Repubblica Italiana vergognosamente concessa al Maresciallo Tito.

Fratelli d’Italia ha presentato con Luca De Carlo alla Camera e Luca Ciriani al Senato una proposta in tal senso.
“A questo punto chiedo con fermezza che anche l’Italia sia coerente con quanto riconosciuto in Europa e si appresti ad approvare con la massima urgenza la mia proposta di legge depositata in Parlamento da circa un anno per la revoca delle onorificenze dell’Ordine al merito della Repubblica italiana a Josip Broz Tito, il sanguinario «maresciallo Tito» – dichiara l’On. Luca De Carlo FdI che nel suo ruolo di Sindaco di Calalzo di Cadore ha intitolato l’aula consiliare a Norma Cossetto – E’ assurdo pensare che dal 1970 l’Italia riconosca al Presidente della Repubblica socialista federativa di Jugoslavia, l’onorificenza dell’Ordine al merito della Repubblica italiana – cavaliere di gran croce, decorato di gran cordone, mentre dal resto d’Europa prendiamo lezioni di civiltà e di opportunità fino al punto di esporci alla critica per l’apposizione di una statua in onore di Gabriele D’Annunzio. Sono ben altri i titoli d’onore che l’Italia deve rivedere, non presto, ma adesso!”

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