L’Europa di “Essi vivono”

Dalla fine delle europee di giugno 2024, abbiamo assistito a quella che, fino a questo momento, si è rivelata la peggiore trama politica negli anni dell’UE, dal trasformismo dei popolari al vittimismo delle sinistre. L’avanzamento elettorale delle destre non è mia abbastanza, non perché queste non siano capaci di ottenere abbastanza voti, ma a causa di un trasformismo politico dei partiti liberaldemocratici disposti a schierarsi dove conviene in base all’interesse del momento. Meloni è un outsider perché rappresenta una larga fetta della popolazione italiana stufa del buonismo e dei moralisti, Le Pen viene continuamente dipinta come il male perché ama il concetto di nazione ed Orbàn è cattivo perché punisce chi delinque. Questa è la disamina di chi vede spettri ovunque, o magari gli conviene vederli, perché senza di loro sa perfettamente che non avrebbe vita lunga nell’arco parlamentare.

Buona parte della classe dirigente europea con cui siamo costretti a convivere, assume sempre di più le sembianze degli alieni zombificati nel film “Essi vivono”, dalla regia di John Carpenter, il cui protagonista era l’immenso Mel Gibson. Una produzione Sci-fi/Horror, che non è poi così lontana dalla visione che la gente ha di certi schieramenti. Stavolta però non servono gli occhiali magici come quelli di John Nada per sapere se dietro il volto umano si nasconda un viso 

raccapricciante, oppure se dietro le proposte del Green Deal e dei manifesti socialdemocratici si celi la scritta “OBEY!” e magari persino “THIS IS YOUR GOD”. Non faremmo fatica a pensare che l’universo capitalista si stia trasformando in una versione peggiore di sé stesso persino dal punto di vista economico: pensare di convincere gli altri a consumare beni alternativi quando dall’altra parte del mondo la Cina e gli altri stati orientali inquinano più del dovuto, suona tanto come un’orrenda ipocrisia. Senza ovviamente tralasciare le economie, tutte soggette a Patti di stabilità altresì definibili come una dieta ferrea per quei paesi che come Primo Ministro hanno scelto un Underdog e vanno dunque puniti per i loro peccati. “Produci, consuma, crepa” oggi è lo stesso, ma in verde.

Altro che “Godi popolo!”, siamo andati ben oltre, adesso va di moda il “Soffri poveretto!” pretendendo ovviamente l’adeguamento del singolo alla servitù.

Qualcuno avrà persino immaginato che il Panfilo Britannia potesse rappresentare l’inizio di una nuova età dell’oro per l’unità dei popoli europei dall’ovest fino all’est, ma la storia ci insegna che non è andata così. Quell’imbarcazione è paragonabile all’Astronave madre, non per assurde teorie del complotto secondo cui i rettiliani sono ovunque. Il motivo della diffidenza dei cittadini europei va ricercata nella lontananza dai bisogni delle persone comuni, da parte dei i partecipanti alla riunione avvenuta il 2 giugno 1992  sul mega-yacht lussuoso dei reali inglesi. Tutti coesi nell’impotenza e relegati ai margini, mentre la terra brucia dal Medio Oriente fino alle porte dei nostri confini per le convinzioni e per le debolezze di chi preferisce inginocchiarsi ai Democratici americani, pure soffrendo a causa del mal di schiena. 

C’è chi per anni si è illuso dell’idea di una pace perenne e della collaborazione tra i popoli in nome di un bene superiore, mentre le guerre sono state sempre a portata. Infatti, prima di inaugurare il nuovo secolo abbiamo visto bombardare Belgrado, con l’assenso dell’Italia e di un Presidente del Consiglio più che discutibile: pare si trattasse di un certo Massimo D’Alema. A furia di fare i nomi si rischia di andare avanti per giorni interi con gli occhi spalancati, ma qualche evento singolare per quanto gigante nelle sue fattezze va comunque citato. Intubati e nutriti a Mortadelle in endovena, tanto per essere tranquilli, si è accettato l’abisso pagando fino all’indebitamento.

Sarà inevitabile prendere coscienza di come funzionino veramente i rapporti politici ed istituzionali nell’UE, per conoscere la superficie e la profondità degli errori. Non bisogna mai perdere la fiducia nelle potenzialità e nell’unicità della storia che contraddistingue le nazioni occidentali , per passare da “Questi scheletri si stanno impossessando del nostro mondo” alla vittoria finale sopra di essi.

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Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

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