Dopo un dibattito durato tre giorni, Il Consiglio ed il Parlamento dell’Unione Europea, sono riusciti ad accordarsi per varare la prima legge sulle IA, con l’intento di regolarizzarle.
Il fine di questa normativa, è quello di garantire la sicurezza, i diritti fondamentali ed i valori dell’UE, con l’auspicio che l’introduzione della nuova tecnologia possa giovare anche nel mercato e nella capitalizzazione.
Le IA introdotte dall’Unione europea, rientrano tutte nella categoria di “rischio minimo” ed usufruiscono di un free-pass.
I sistemi ad alto rischio saranno invece regolamentati con prescrizioni più severe: le sandbox in ambito informatico, si occuperanno dell’utilizzo responsabile di queste intelligenze artificiali, monitorandone lo sviluppo.
Tutte le IA che, secondo i provvedimenti UE, risultano dannose per la vita umana, verranno categoricamente vietate secondo i dettami prestabiliti.
Un fulgido esempio di intelligenza informatica illegale, riguarda proprio le IA che tendono a modificare il comportamento umano, violandone peraltro il libero arbitrio.
Anche i sistemi biometrici, come quelli riguardanti l’identificazione delle emozioni, sono considerati estremamente pericolosi dall’UE.
Tutti i contenuti generati dalle IA, da oggi in poi dovranno essere obbligatoriamente etichettati come modifiche della realtà, al fine di scongiurare qualsiasi problematica nel mondo reale.
Queste regole non verranno applicate ai sistemi informatici con scopi militari né tantomeno per il settore della ricerca; Gli stati non appartenenti all’Unione Europea, non saranno sottoposti al rispetto ed alle limitazioni di cui si è parlato in precedenza.
Le IA possono essere piuttosto utili nei campi dell’innovazione scientifica e per affiancare le figure umane in ambito lavorativo: tuttavia, è necessario prendere le dovute contromisure, affinché le macchine non sostituiscano le attività eseguite regolarmente dagli esseri umani.