Un grave lutto ha colpito lo sport professionistico americano. George Atkinson III, un ex giocatore di football americano, in forze al Notre Dame e nella NFL, attualmente quotato free agent di giocatori, è morto lunedì scorso all’età di 27 anni, secondo alcune dichiarazioni non ufficiali trapelate dall’ambiente.
Pete Sampson di The Athletic ha twittato la notizia lunedì sera tardi, sostenendo che anche George, come suo fratello Josh prima di lui, soffriva ultimamente di una forma piuttosto invasiva di depressione. Per ora non si conosce assolutamente la causa della morte del giovane atleta. George Atkinson III era stato anche un atleta eccezionale nella squadra di atletica della sua scuola, dove aveva gareggiato come velocista prima di decidersi di passare al football.
La prematura fine di George arriva circa un anno dopo quella del fratello gemello, il running back Josh Atkinson, venuto a mancare a causa di un suicidio lo scorso dicembre. Figli del campione del Super Bowl George Atkinson II, entrambi i fratelli giocato per il Notre Dame Fighting Irish a partire dal 2011.
George ha giocato a football universitario fino al 2013 prima di passare alla NFL, dove ha militato professionalmente per gli Oakland Raiders e i Cleveland Browns.
In una lettera aperta scritta ad ottobre, George ha parlato delle sue lotte interiori per riuscire a superare il dolore che il lutto per il fratello gemello gli aveva procurato. Intitolata “Come ho trasformato le mie perdite in lezioni” e pubblicata da The Unsealed, la lettera racconta la perdita della madre, morta a causa delle complicazioni del morbo di Crohn e che soffriva anche di schizofrenia paranoica e di come la tragedia avesse pesato su Josh. Pare che la donna usasse il crack come auto-medicazione, e comunque la sua instabilità aveva molto influenzato la giovinezza dei figli almeno fino al loro 13esimo anno di età, quando il padre li aveva tolti alla donna e li aveva portati a vivere con lui.
Scrive George: “Le nostre vite non sono mai state stabili. Ci siamo spostati molto perché mia madre non avrebbe potuto pagare l’affitto o perché danneggiava la proprietà, scrivendo sui muri. Alla fine, avevano sistemato mio fratello e me in classi ‘di educazione speciale’ perché non frequentavamo regolarmente la scuola, il che ha influito sulla nostra autostima.”
Ora, se si dovesse stabilire che anche George ha deciso di farla finita, ci sarebbe parecchio da discutere sulle condizioni mentali dei due gemelli, che forse avevano ereditato dalla mamma qualche particolare fragilità e che sicuramente non sono stati aiutati abbastanza.
Resta comunque il grande dolore per l’ennesima giovane vita che se ne va.