Non potendo gioire per uno smarcato successo che non c’è stato, i democratici statunitensi si consolano per aver portato al Congresso e più in generale nella politica, parecchie facce nuove molte delle quali arrivano dalle cosiddette minoranze. E si sa, quando si tratta di minoranze – anche se magari lobbies potentissime – gli americani di sinistra si eccitano sempre molto.
Così, ecco arrivare al Congresso per la prima volta native americane, addirittura due in un colpo solo, e per giunta anche donne. Debra Haaland e Sharice Davids, quest’ultima ex lottatrice di arti marziali miste (Mma) che in più, giusto per non farsi mancare niente, è anche lesbica, quindi la prima rappresentante dichiaratamente gay del grande stato del Kansas.
Prime donne musulmane ad entrare alla Camera sono anche Rashida Tlaib e Ilhan Omar, manco a dirlo entrambe democratiche perché i repubblicani, lo sanno tutti, sono retrogradi e arretrati rispetto ai dem sempre così aperti alle novità e a privilegiare chi vuole affermare la supremazia della sua cultura sulla tua. In questo caso, poi, gli altri deputati dovranno fare i conti con Rashida, di origini palestinesi e che ha tutta l’intenzione di portare al Congresso una voce dai territori. L’altra, IIhan, 35 anni, somala, è un’immigrata arrivata una ventina d’anni fa negli USA e che vuole cercare di agevolare per quanto possibile più ingressi negli States dalla sua terra, insomma entrambe le signore sembrano particolarmente interessate alle questioni prettamente statunitensi, non c’è che dire.
In un momento in cui tra Washington e Teheran i rapporti sono ridotti al lumicino, e i due paesi se ne dicono di tutti i colori, ecco i dem che fanno eleggere Anna Eskamani, prima americana di origine iraniana entrata la Congresso grazie agli elettori della soleggiata Florida. Anna è comunque una “seconda generazione”, visto che è nata ad Orlando, dove si erano trasferiti i suoi genitori con la caduta dello Scià. Donne sono anche le due democratiche provenienti dal Texas, entrambe di origine ispanica, già pronte per schierarsi sul confine dove Trump intende mandare i soldati a fermare la marea umana in arrivo dall’Honduras.
Ciliegina sulla torta tra le signore arrivate al Congresso, ecco Alexandria Ocasio-Cortez, la più giovane di sempre, classe 1989. 29 anni, madre portoricana, padre del Bronx, una vita lontana dall’attivismo politico fino all’incontro con Bernie Sanders e la collaborazione come volontaria alla campagna elettorale nel 2016. Si definisce socialista democratica, e ha detto di sé: “Sono nata in un luogo dove il codice postale determina il tuo destino, ma voglio cambiare tutto questo.”
Per i maschietti, ecco arrivare al Congresso Antonio Delgado, un passato da rapper , poi avvocato aziendale prima di iniziare una carriera in politica. Laureato in giurisprudenza ad Harvard ha avuto una breve carriera nell’hip-hop a Los Angeles con il nome “AD the Voice”. Altro nome che farà parlare è Jared Polis che è diventato il nuovo governatore del Colorado, democratico e primo governatore ad aver ammesso pubblicamente di essere gay. Tra altri due anni, così, potremo dire se sono migliori gli etero o i gay a governare uno stato degli USA.