Palco del primo maggio : la sinistra che si lamenta della censura della sinistra sulla sinistra. Fedez dopo aver fatto la parte del martire della censura si appropria del palco, del servizio pubblico, per fare propaganda su tematiche che non hanno nulla a che vedere con il concetto di lavoro e lavoratori. Caso vuole che qualche giorno fa Pio e Amedeo per aver espresso la loro posizione nei confronti del politically correct, posizione non gradita al mainstream di pensiero , sono passati dall’essere due geni della comicità( così almeno sono stati sempre esaltati dal pubblico) a l’essere due campagnoli, ignoranti che si rivolgono ad un pubblico di analfabeti. Colpisce come si possa passare dalle stelle alle stalle, e viceversa solo affrontando gli argomenti che si considera idonei o non idonei da affrontare. Tutto questo mentre si proclama una libertà di pensiero che è sempre più libera per alcuni è sempre meno per altri. Fedez si lamenta di una censura che di fatto non c’è poi stata perché ha detto comunque tutto quello che voleva, dice lui assumendosi tutte le responsabilità. E anche io nel mio piccolo e con un pubblico che non è certamente quello di fedez vorrei potermi assumere le mie responsabilità vedendo garantito il mio diritto di parola, pure Povia avrebbe voluto assumersi le sue responsabilità per la canzone “Luca era gay” senza essere disintegrato dal mondo dello spettacolo, anche Ruggeri e Montesano avrebbero voluto poter dire la loro contro il governo senza essere radiati dalla tv e ridicolizzati, e con noi pure Mario che ha una pagina Facebook, dove prende ban a tutto spiano per aver espresso la sua opinione. La libertà di parola assomiglia sempre di più a una potenzialità di libertà, e non è un caso che se dici quello che va bene dire ti ritrovi improvvisamente su tutte le trasmissioni televisive, tutti i palchi possibili, puoi aprire la tua linea di smaltini e fatturare i fantasoldi, nonostante tu sia un maschio etero bianco, sposato con una strafica bionda “ariana”, quindi non esattamente il prototipo dell’uomo del domani che stai pubblicizzando, e passare anche per un eroe. Mentre per tutti gli altri c’è la morte. Questa politica che apre le porte della carriera ci ha francamente rotto il cazzo. Fedez non è un ideologo è un venditore, nelle mani di qualcuno che vuole venderti un modo di pensare, come buona parte del mondo dello spettacolo. Tutto tranne che eroi insomma, e bisogna stare molto attenti a quello che vendono, altrimenti potresti ritrovarti col Rolex pezzotto, o con la mattonella nel borsone solo perché il “venditore truffatore” sapeva parlare bene.