Cinque giorni c’ha messo Erdogan per far rilasciare la nave turca sequestrata dai libici. Le milizie del generale Khalifa Haftar hanno rilasciato il cargo turco “Mebruka”, con a bordo 17 uomini d’equipaggio, bloccato lo scorso 5 dicembre al largo di Marsa Susa, a est di Bengasi, mentre navigava verso Misurata.
Anche qui Haftar ha accusato i turchi di essere “entrati in una zona vietata” ma è bastato che il Presidente turco minacciasse “gravi conseguenze” per fargli cambiare idea e liberare la nave.
Nulla a che vedere con quello che sta accadendo ai nostri 18 pescatori di Mazara del Vallo che, da oltre 100 giorni, sono prigionieri in Libia accusati, anche loro, di aver violato le acque territoriali libiche. Probabilmente passeranno lì anche le festività natalizie, costretti a stare lontani dai loro affetti, mentre la nave turca, fermata nel fine settimana, è stata già rilasciata da diverse ore. Probabilmente Erdogan e la Turchia hanno argomenti e posizioni internazionali che noi non abbiamo.
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…già e chissà quanto ci costerà il rilascio dei pescatori, perchè ci costerà. Non avendo più credibilità e peso politico internazionale l’Italia può solo piegarsi e subire il guerrafondaio di turno sperando di portare a casa il risultato senza perdere la faccia. Siamo veramente ai minimi storici!