Ha dell’incredibile l’ultimo attacco della Ong tedesca Sea Watch contro l’esecutivo: “Il governo Meloni stanzia più di 600 milioni di euro su centri detentivi per migranti in Albania, ma solo 20 per le popolazioni colpite da alluvioni. Patriottismo e propaganda”. Questa la dichiarazione fatta circolare via web dall’organizzazione battente bandiera tedesca. Ormai è arcinoto che le Ong siano organizzazioni private con interessi privati, dietro la facciata dei salvataggi in mare vi è un costante tentativo di mettere attaccare il governo Meloni. Attivismo e solidarietà che nascondono un obiettivo politico: indebolire la maggioranza. Pur di raggiungerlo si ricorre ad un becero sciacallaggio sugli alluvionati dell’Emilia Romagna, i quali si trovano a dover affrontare una situazione di grave emergenza, causata non solo dal maltempo ma anche dalla cattiva gestione della giunta Bonaccini che per anni ha governato la regione senza predisporre gli interventi di prevenzione necessari per evitare la catastrofe. Come un anno fa i cittadini si ritrovano con case allegate e strade inagibili, costretti a dover affrontare l’ennesima disgrazia, il tutto accompagnato dal silenzio di chi ha governato per anni e non ha fatto quello che doveva, quel Bonaccini ora parlamentare europeo che se ne lava le mani. Le Ong sempre più politicizzate decidono di comportarsi come se fossero le opposizioni, invece di occuparsi di migranti preferiscono addentrarsi in una polemica ideologica e senza fondamento, dato che il governo Meloni ha stanziato 20 milioni in tempo record per far fronte all’emergenza, fondi che si vanno ad aggiungere a quelli già stanziati: 230 milioni per la ricostruzione dopo l’alluvione del 2023.
FdI: “Ideologica e insulsa invettiva”
Non si fa attendere la risposta di Sara Kelany, responsabile immigrazione di Fratelli d’Italia: “La Sea Watch, con una faccia di tolla non indifferente, contesta i 600 milioni stanziati dal governo italiano sui centri di rimpatrio in Albania, strumentalmente paragonandoli ai 20 milioni stanziati per l’alluvione dell’Emilia Romagna. Posto che i 20 milioni, primo stanziamento per questo nuovo evento calamitoso, sono stati stanziati nel giro di 48 ore, dunque in tempi record, e che i 600 milioni per i centri in Albania sono stati stanziati per un arco di cinque anni, chiedo, dopo questa ideologica e insulsa invettiva: perché la Sea Watch, Ong tedesca, vedeva tra i suoi finanziatori Elly Schein? Non poteva la Schlein, quando era vice presidente dell’Emilia Romagna, decidere di investire tempo e soldi per gli italiani, in luogo di finanziare organizzazioni non governative straniere che hanno scientificamente deciso di mettere in ginocchio l’Italia con sbarchi indiscriminati sulle nostre coste?”.
Non è la prima volta che la Sea Watch cerca di avvelenare il dibattito, basti ricordare il messaggio social contro Meloni e Piantedosi: “Auguriamo loro tutto il male dal profondo del nostro cuore”. Dopo anni in cui ha governato la sinistra, tradizionalmente amica delle Ong, con il governo Meloni queste organizzazioni hanno finito di disporre a piacimento dei porti italiani, da qui deriva il continuo tentativo di boicottare l’esecutivo, nonostante i numeri diano ragione alle politiche volute da Meloni, con un netto calo degli sbarchi e di conseguenza delle morti in mare, politiche che fanno scuola in tutta Europa. La stessa Unione Europea finalmente ha capito che le Nazioni di arrivo vanno aiutate nella gestione dei flussi migratori, come nel caso dei centri per il rimpatrio in Albania, nei quali si applicherà sia la giurisdizione italiana sia la giurisdizione europea. Un netto cambio di paradigma a cui le organizzazioni non governative come la Sea Watch dovranno abituarsi.