“Eravamo da soli a difendere la lingua italiana in questi ultimi decenni. Sicuramente lo siamo stati quando abbiamo chiesto la costituzionalizzione dell’italiano, proposta presentata a ogni legislatura e a ogni progetto di riforma costituzionale governativa. Come vicepresidente della Camera ho chiesto agli uffici, che ringrazio e con i quali mi scuso per l’insistenza, di eliminare ogni termine straniero nei nostri documenti, testi per l’aula e per le commissioni. Chiedo analogamente al Governo di fare altrettanto vista la produzione imbarazzante negli scorsi anni di leggi contenenti perfino nel titolo parole straniere, come Jobs Act, o con sezioni come volontary disclusure, bail in, bail out, smart working. Tendenza esterofila che non si è tuttora fermata, come si può constate per il DDL Family Act presentato da Palazzo Chigi e licenziato la settimana scorsa dalla Camera.
Il presidente Mattarella e il presidente Draghi promuovano dunque una campagna contro l’utilizzo di termini stranieri nella nostra lingua e coinvolgano in questa iniziativa le rispettive strutture afferenti per evitare che tutto sia ridotto a piccola propaganda.
Chiedo, con l’occasione dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, padre del nostro idioma, che venga calendarizzata la proposta di legge per l’introduzione della lingua italiana in costituzione”. È quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati
Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia.