Negli ultimi anni FdI ha avuto un exploit incredibile, in 10 anni il partito è passato dal 3 al 30 per cento. Come se lo spiega? E soprattutto come si fa a confermare la fiducia straordinaria che i cittadini stanno continuando a ribadire?
Semplice: me lo spiego con l’unicità di Giorgia Meloni. Poi un po’ hanno contribuito anche con le polemiche e gli attacchi strumentali della sinistra a far aumentare l’affetto verso Giorgia e il nostro Partito.
Il dato mai visto è che dopo due anni di Governo ci sia ora più consenso di quando abbiamo vinto le elezioni.
Quando abbiamo iniziato la sfida di Fratelli d’Italia ci prendevano per ingenui e velleitari.
“Ma chi ve lo fa fare?” Ci chiedevano sempre. Abbiamo portato avanti quello che reputavamo giusto senza mai pensare a cosa sarebbe stato più conveniente per noi. Anche oggi che siamo al Governo abbiamo lo stesso approccio e gli italiani lo apprezzano.
Atreju, la festa di Fratelli d’Italia che ogni anno è la casa dei dibattiti e del confronto. Cosa è cambiato dai primi Atreju? Se è cambiato qualcosa. Ormai il livello raggiunto è altissimo: ospiti famosissimi, non solo della politica, tutti ormai vogliono partecipare. Qual è il segreto di questo successo?
Atreju è sempre stata una festa di parte, certo, ma mai la classica festa di Partito. È un luogo dove il confronto tra le diverse opinioni è il vero protagonista. Abbiamo ospitato persone da tutto il mondo con le idee più disparate. Tutti si sono sentiti a casa propria. Abbiamo unito politica, cultura, mode, musica, l’arte e il costume. Il tutto in una cornice allegra per famiglie e giovani di tutte le età. È sempre stata la nostra “Isola che c’è”. Un anno chiamammo proprio così la festa. Atreju in questi anni è cresciuta di pari passo con noi.
Eppure Landini ha chiamato alla rivolta sociale contro i provvedimenti del governo.
È pericoloso soffiare così sul fuoco per raccattare qualche iscritto in più alla CGIL e per fare giochetti politici. Per un Landini che invoca la rivolta sociale ci sono centinaia di estremisti dei centri sociali che vogliono aggredire poliziotti e danneggiare vetrine e macchine di umili lavoratori. Landini dovrebbe avere a cuore questi lavoratori, non i violenti estremisti di sinistra. Così rischia di dare copertura e legittimare estremisti pericolosi.
Lei è il responsabile organizzazione del partito, cosa vuol dire fare politica in Fratelli d’Italia e che consiglio darebbe ai giovani che vogliono intraprendere questa strada? Invece cosa non le va proprio giù della politica della sinistra?
Fare politica per noi è sempre stato e resta una grande passione. Lo vediamo dal nostro movimento giovanile: tantissimi ragazzi ancora oggi si avvicinano alla destra. Quindi non è vero ciò che si dice sulla sfiducia che c’è nei giovani alla politica. Chi lo sostiene semplicemente parla di se stesso, perché evidentemente non è capace di attirare l’interesse di questi giovani. Ed è molto semplicistico spiegare in questo modo il diffuso astensionismo che c’è. A chi sostiene ciò dico: venite ad Atreju a vedere quanti giovani partecipano e ci danno una mano. Io credo che le nuove generazioni capiscano prima di tutti la differenza fra chi parla di cose concrete e chi non ha un’idea ed è capace solo di demonizzare l’avversario e fare la morale agli altri, salvo poi razzolare molto male.
Ai calciatori si chiede il gol più bello, il trofeo più importante. Ad un parlamentare invece? Qual è la cosa che la rende più orgoglioso della sua carriera politica? Al contrario, l’errore che non rifarebbe?
Devo confessare che mi divertivo molto quando, da consigliere comunale o regionale, denunciavo e scoprivo le malefatte della sinistra a Firenze e in Toscana. Non mi sono mai tirato indietro di fronte a niente, in una terra certamente non facile per la destra. Dopo un’esperienza del genere niente ti può spaventare. Di errori ne facciamo tutti molti, l’importante è farli in buona fede.
Tra qualche anno suo figlio voterà e le dice: papà voglio votare centrosinistra, come reagisce? Cosa gli risponde?
“Hai la febbre?” A parte le battute, uno dei valori che ho sempre insegnato ai miei figli è la libertà delle proprie idee. Come vuole che reagisca uno che, per primo, ha portato avanti le proprie convinzioni di destra nonostante una famiglia di sinistra? Lo sosterrei nelle sue idee, anche se ovviamente a malincuore. Gli consiglierei comunque di frequentarli da vicino. Il modo migliore per fargli cambiare idea.
Il punto di svolta della sua vita, quando ha deciso di buttarsi nel fango della politica? Cosa le piace di più della sua vita lavorativa e cosa le piace di meno. Tornasse indietro rifarebbe la stessa scelta di vita?
Ho deciso di impegnarmi per combattere la prepotenza e i soprusi dei collettivi di sinistra all’università di Firenze. Da quel momento è stato un crescendo di passione. Oggi la mia vita è molto frenetica, non si sta mai fermi: ma non mi lamento, mi piace così ed è un onore enorme. Se tornassi indietro farei la stessa scelta. E’ un sogno che è diventato realtà.
Alla Salis piacciono i centri sociali, alla Schlein i pro-Pal, a Conte la poltrona. Lei ha qualche strana passione da confessare?
Ahahaha, la cioccolata.
Il deputato Giovanni Donzelli dove si vede tra 5 anni?
Non mi interessa tanto dove sarò io, ancora devo scegliere cosa farò da grande. Vedo però ancora Fratelli d’Italia alla guida di un’Italia in grande trasformazione.