Luca Ciriani, classe 1967. Attualmente presidente del gruppo di Fratelli d’Italia al Senato, il coronamento, per ora, di una carriera da militante e politico fatta nella Destra italiana. Nel Fronte della Gioventù, prima, e, poi, in Alleanza Nazionale e infine in Fratelli d’Italia. Un percorso politico lungo e articolato, come si conviene a chi decida di far politica da Destra: da consigliere comunale fino allo scranno in Regione, come vice di Renzo Tondo ma anche assessore alle Attività produttive, alla Protezione Civile e alla Sanità. Uno che quindi è cresciuto a pane e politica, anche se confida che da giovane ‘avrebbe voluto fare la carriera universitaria’. Sogno riposto a forza nel cassetto. E come avrebbe potuto far carriera in un’università, quella di Trieste, che non era semplicemente orientata a sinistra ma, come ama precisare lo stesso Ciriani, addirittura ‘gramsciana’. In fin dei conti il giovane universitario Luca era quello che quando in zona parlava Almirante era sempre in prima fila.
Presidente Ciriani, partiamo dalla fine. Governo e maggioranza sembrano finiti in una tenaglia. Da un lato l’Ue ha bocciato la manovra e paventa di attivare la procedura d’infrazione, dall’altro si avvertono i primi scricchiolii interni, plasticamente espressi dallo scivolone in Aula alla Camera sull’anticorruzione. Anche lei è convinto che così non si vada avanti?
“Questo è un governo nato da una fusione a freddo e non da un’intesa basata su programmi e valori. I contratti valgono nelle compravendite, la politica è ben altra cosa. Era evidente che alla lunga questa unione innaturale avrebbe mostrato limiti di tenuta. In campagna elettorale Lega e M5S sono stati avversari, era chiaro che non potessero governare insieme. Il nostro auspicio, come da tempo ripete Giorgia Meloni, è che Matteo Salvini torni a casa, nel centrodestra”.
Crede sia ancora fattibile, in questa Legislatura, un governo di centrodestra?
“Lo abbiamo detto fin dal giorno dopo la chiusura delle urne, e in più occasioni al presidente Mattarella. Il Centrodestra è la coalizione che gli elettori hanno premiato e quindi è giusto che provi a governare. Il responso del 4 marzo è stato molto chiaro: gli italiani hanno scelto il nostro programma”.
C’è però un problema di numeri, nel senso che sia alla Camera e sia al Senato non avete la maggioranza assoluta…
“Non sarebbe la prima volta. Nella storia della Repubblica è già accaduto di governi la cui maggioranza si è formata nelle Aule parlamentari. Rivendichiamo perciò con forza un mandato al centrodestra, anche perchè non è possibile continuare a lasciare questo Paese nelle mani di un Esecutivo che ha dimostrato tutta la sua incapacità e inadeguatezza”.
Qualcuno però ritiene che, in verità, Salvini non voglia andare al governo adesso, ma piuttosto portare il Paese al voto per incassare il grande consenso che sta accumulando…
“Francamente non mi appassionano gli scenari politici o la fantapolitica. Non credo che l’Italia in questo momento abbia bisogno di un ritorno alle urne, anche perchè gli italiani si sono espressi chiaramente meno di un anno fa. Sarebbe incomprensibile tornare al voto. Piuttosto si deve consentire alla coalizione che ha vinto queste elezioni di governare. E poi non credo che Salvini si voglia assumere la responsabilità di portare il Paese al voto. Inoltre, una prova elettorale già è prevista per il 2019, le elezioni europee”.
Le europee: in molti guardano a questo appuntamento, e anche Fratelli d’Italia si sta attrezzando.
“Sono convinto che queste elezioni saranno uno spartiacque. Metteranno definitivamente alle spalle una vecchia idea di Europa, fatta di burocrati, elites e tecnocrati, riaffermando quello che la Destra ha sempre avuto come stella polare: l’Europa delle Nazioni. Stiamo lavorando per andare oltre Fratelli d’Italia aggregando quelle forze e quegli uomini che come noi credono che sia necessaria un’Europa diversa e che ridia dignità ai contesti nazionali. E per questo in Ue abbiamo aderito al gruppo dei Conservatori e Riformisti, proprio per rafforzare il progetto di un polo sovranista che sappia avviare un processo di cambiamento dell’Europa”.
Non temete sul fronte sovranista la concorrenza della Lega? Non c’è il rischio di pestarvi i piedi a vicenda?
“No. Chi guarda a destra, guarda a Fratelli d’Italia. Il recente accordo con ‘La Destra’ di Storace lo conferma. L’erede della tradizione politica di Destra e che ha nel suo dna il sovranismo è Fratelli d’Italia. Piuttosto registriamo con favore il fatto che spesso i colleghi della Lega condividano o rilancino nostre battaglie. E’ capitato nel corso della discussione sul decreto sicurezza e immigrazione che i senatori leghisti riprendessero nostri emendamenti o iniziative. E’ la conferma che la strada che abbiamo tracciato, che i valori che da sempre portiamo avanti trovano ampia condivisione. Ma non abbiamo alcun timore di avere dei concorrenti. La Destra è Fratelli d’Italia”.
Torniamo al governo. A quasi sei mesi di vita che voto dà a questo governo?
“Rimandato a settembre (ride)…”
Non le sembra di essere troppo severo, in fin dei conti sono soltanto sei mesi e per molti si tratta della prima esperienza.
“Il tema non è tanto l’inesperienza. Anche il primo governo Berlusconi e quello del 2001 annoverava molti debuttanti, ma francamente questo Esecutivo ha fallito su quasi tutta la linea. E dire che non siamo stati pregiudizialmente contrari, pronti a sostenere quei provvedimenti a tutela degli interessi della Nazione e degli italiani. Ma il bilancio di questi sei mesi è negativo”.
Secondo lei, su cosa il governo ha fallito?
“Mah, prendiamo la vicenda, drammatica, del ponte Morandi di Genova. Sono trascorsi più di tre mesi e ancora non sappiamo chi ricostruirà il ponte; avevano detto che avrebbero revocato le concessioni e invece non è accaduto nulla; avevano promesso che la ricostruzione sarebbe stata rapida e il risultato è che il ponte è ancora lì, come una ferita aperta nel cielo di Genova. Se questo non è il simbolo di un governo fallimentare. E potrei continuare con altri esempi…”.
Però sull’immigrazione un cambio di passo c’è stato.
“Ni. E’ vero un cambio di passo c’è stato, l’atteggiamento buonista della sinistra filo Soros è stato archiviato. Si sono ridotti gli sbarchi, i porti sono stati chiusi ma i nostri confini non sono stati messi in sicurezza. Abbiamo sbattuto i pugni sul tavolo europeo, l’Italia ha alzato la voce ma in fin dei conti abbiamo ottenuto ben poco. L’Italia continua ad essere sola dinanzi all’emergenza migranti”.
E allora cosa avrebbe dovuto fare il governo?
“Noi chiedevamo il blocco navale, unica misura in grado di impedire gli sbarchi, ma dal governo non è giunta risposta. Avevamo presentato una serie di emendamenti al decreto sicurezza per migliorarlo, ma ci è stato impedito persino di. La protezione umanitaria non è stata abolita, come si vuol far credere, e i tanti paletti inseriti nell’attuale decreto legge la rendono pienamente attiva. Alla fine è uscito un provvedimento molto ammorbidito, che non rafforza i livelli di sicurezza e che sembra frutto di un’intesa al ribasso tra Lega e M5S”.
L’accusa di una Lega troppo arrendevole nei confronti del M5S viene spesso ripetuta da Fratelli d’Italia, però sia nel caso del condono nel decreto fiscale e sia in quello del peculato nel ddl anticorruzione sono stati i leghisti a minacciare di far saltare il banco…
“E poi come è finita? Con una retromarcia leghista. Purtroppo sulla sicurezza, sull’economia, e persino sul global compact mi sembra che Salvini si stia facendo dettare la linea troppo dal M5S. Ad esempio guardiamo a quello che è accaduto con la manovra…”
Si riferisce al reddito di cittadinanza?
“Non solo. Se da un lato sono stati trovati 9 miliardi di euro per finanziare una misura puramente assistenziale e, direi, immorale, dall’altro è scomparsa la flat tax. Non ce ne è traccia. E dire che in campagna elettorale la Lega aveva battuto tantissimo su questo tasto. Invece adesso di tassa piatta non se ne parla più. Se questo non è cedere ai Cinquestelle. E pure la prevista riforma della Fornero presenta più luci che ombre, perchè, e questo va detto chiaramente: chi decide di andare prima in pensione vedrà decurtato il proprio assegno. Quindi un’abolizione, sì, ma con penalizzazione”.
E pure sul Global compact?
“Certamente. Abbiamo formalmente chiesto al governo di non firmarlo e ci siamo rivolti a Salvini. Questo accordo prevede il riconoscimento dell’immigrazione come diritto fondamentale dell’uomo, quindi di fatto l’impossibilità di effettuare qualsiasi respingimento di immigrati irregolari. In questo modo il governo si lega le mani, un pò come accaduto con il trattato di Dublino. Per questo chiediamo che non sia sottoscritto. Ma anche qui sembra che il governo sia intenzionato a procedere lungo una direzione che è in contraddizione con quello che Salvini, come ministro dell’Interno, sta facendo”.
Dai voti al governo a quelli a Fratelli d’Italia…
“Penso che in questi mesi abbiamo superato brillantemente la prova. Ci meritiamo la promozione. La Destra è ritornata ad avere gruppi parlamentari sia alla Camera e sia al Senato, pienamente rappresentata nelle Istituzioni, facendo sentire il proprio apporto in termini di idee, proposte e iniziative. Come ripete Giorgia Meloni siamo rimasti monogami, non abbiamo fatte scappatelle per il potere e siamo gli unici a tutelare gli interessi di quegli italiani che avevano votato Centrodestra. Oggi chi lavora, chi produce, chi crede nella Nazione sa che può trovare un punto di riferimento in Fratelli d’Italia”.
Quali sono secondo lei i provvedimenti più significativi targati FdI in questi primi mesi?
“Su tutti senza dubbio la legge Meloni sui seggiolini salva bebè, il frutto migliore di questi mesi. Un provvedimento di grandissima rilevanza e che porta il nome della nostra leader. Poi l’unico disegno di legge presentato che prevede l’introduzione della flat tax, ottemperando all’impegno preso in campagna elettorale. Su temi come lo sviluppo del Sud abbiamo presentato una proposta di legge per introdurre il modello portoghese, tasse zero per i pensionati dell’Ue che stabiliscano la residenza nel nostro Mezzogiorno. E dinanzi a un governo che ha dimenticato di celebrare degnamente il Centenario della nostra vittoria nella Grande Guerra siamo stati gli unici a tenere vita la fiamma del ricordo. E poi ci sono emendamenti, ordini del giorno, interrogazioni e mozioni parlamentari. Una mole di lavoro che dimostra la qualità e l’impegno di Fratelli d’Italia in questi mesi. Direi che, senza alcun dubbio, la promozione la meritiamo”.