Stando alle novità odierne sul fronte arabo, l’Iran sarebbe dotato di missili da crociera non rilevabili, differenti da quelli lanciati in precedenza nei confronti dello Stato ebraico versa la prima metà del mese di Aprile. Sommariamente sembra che il Governo di Teheran si stia nuovamente preparando a costituire una minaccia, continuando però ad informare minacciosamente i propri avversari israeliani. La data dell’attacco stavolta è incerta, ma la possibilità che i danni vengano limitati ed i missili intercettati dalle difese aeree israeliane rimangono comunque alte, specialmente perché ormai la Knesset sembra aspettarsi di tutto da molti degli stati arabi coinvolti. Rimane comunque interessante l’argomento della rilevabilità, perché nonostante gli avvertimenti relativi all’attacco da parte dell’Iran, queste armi potrebbero realmente oltrepassare i radar. Qualche dubbio c’è, magari si tratta di un semplice bluff ma nel caso contrario sarebbe comunque una notizia importante e sconcertante allo stesso momento.
Così come l’Iran, anche lo Yemen si prepara a cannoneggiare Israele, tutto questo per vendicarsi dell’incursione subita il 20 luglio al porto di Hodeida , preceduta a sua volta da un attacco Houthi presso Tel Aviv un giorno prima. Abdul Malik Al-Huthi, Leader delle milizie Houthi, ha dichiarato che la guerra con Israele sia arrivata all’apogeo e che una nuova offensiva potrebbe arrivare in breve tempo. Lo Yemen sta giocando un ruolo caratteristico in questo momento, specialmente nel Mar Rosso, dove non hanno tregua gli attacchi nei confronti delle navi occidentali per scopi di sabotaggio. Le milizie Houthi tendono dunque ad ostacolare il passaggio delle navi per indebolire lo strato occidentale ed evitare – per quanto possibile – l’intromissione di seconde o terze parti all’interno del conflitto. In sintesi, l’obiettivo sarebbe quello di isolare completamente Israele per concedersi il lusso di colpirla ripetutamente fino ad ottenere la sua sconfitta sul campo.
Le relazioni non sono migliori con il corpo paramilitare di Hezbollah, che dopo la morte del suo comandante Fuad Shukr in Libano, ucciso proprio da un’azione israeliana. Per questo motivo, i funzionari israeliani hanno previsto che questo tipo di contrattacco possa estendersi per ore oppure per giorni, in base anche alle perdite in vite umane. Questo evento porterebbe il tavolo militare ebraico ad organizzare un’azione aerea in Libano. La centralità di Hezbollah in questo frangente non è da sottovalutare, soprattutto perché ormai il coinvolgimento di ogni singola istanza contro lo Stato israeliano potrebbe incidere grandemente sul conflitto: conseguentemente la fase embrionale potrebbe espandersi sempre di più, fino ad evolversi in una crescita spropositata delle ostilità.
La complessità del settore arabo, principalmente al giorno d’oggi, sta nei continui aggiornamenti e nei minimi o grandi incursioni reciproche: la confusione regna sovrana e di conseguenza tutte le entità coinvolte diventano totalmente imprevedibili, come se l’isteria collettiva si fosse impossessata totalmente del continente in questione. Strano che si continui a parlare di una tregua a Gaza dopo eventi di questo genere, una quiete che probabilmente non arriverà tanto facilmente e che se dovesse verificarsi lascerebbe comunque spazio ad altri regolamenti di conti.
Dove siano finite le relazioni diplomatiche non si sa, sono diventate un dogma da quando le Nazioni Unite hanno perso la bussola, oltre che l’importanza nello scenario internazionale: sembra terribile ma è così, il fato si trova quasi interamente nelle mani degli uomini più influenti nei fatti. L’individualismo sta pian piano sconfiggendo l’importanza delle istituzioni mondiali, una dimostrazione del fallimento “globalista” su tutti i fronti.
Vedremo come riuscirà a cavarsela Israele e se riuscirà ad accaparrarsi la fiducia di qualche stato arabo non interamente coinvolto nell’ampia disputa, anche se le alternative si stanno man mano esaurendo. Il tempo scorre rapido e forse la fine di questo scontro dipende anche dall’esito delle prossime elezioni americane, visto che gli USA stanno continuando ad avere un ruolo in primo piano per quanto riguarda la “ricerca della pace” in Medio Oriente.