Teheran non si è certamente distinta nel tempo per la sua attenzione ai rapporti diplomatici con i paesi occidentali, d’altra parte la forte chiusura degli Ayatollah nei confronti di chi non condivide la loro visione teocratica, influenza negativamente gli interscambi culturali e politici con il resto del mondo. Di certo l’appoggio alla causa russa, di cui l’Iran è stato ultimamente accusato da Francia, Gran Bretagna e Germania, non ha fatto altro che innervosire la sua classe dirigente. Difficile dire se questo evento abbia distanziato il paese mediorientale ancor di più dall’Occidente, visto che i rapporti non sono più idilliaci da molto tempo a questa parte. Le sanzioni decise dai tre partner europei hanno innescato la rabbia del Governo di Teheran, il quale ha risposto oggi alle accuse mediante il suo Ministro degli esteri, Nasser Kanani:”Questa azione dei tre Paesi europei è la continuazione della politica ostile dell’Occidente e del terrorismo economico contro il popolo iraniano, che dovrà affrontare l’azione appropriata e proporzionata della Repubblica islamica dell’Iran”.
Visto che i rimedi dell’ ex impero persiano sono usualmente piuttosto singolari, c’è da temere che qualcuno sugli scranni del Governo centrale possa proporre un’azione spropositata e pericolosa per gli equilibri mondiali. Non ci sarebbe poi nulla di cui stupirsi, visto il modo in cui l’intera classe dirigente iraniana e militare ha deciso di entrare a gamba tesa nella delicata situazione tra Israele e Palestina. L’opzione precedente sembra però lontana, se ci si attiene al contenuto superficiale del messaggio. Non sappiamo in che termini l’Iran voglia agire proporzionatamente per vendicarsi, visto che le relazioni con i tre paesi sono quasi completamente ai minimi storici. La Francia, così come la Germania e la Gran Bretagna, non sono di certo gli unici paesi europei ed occidentali a finire nella blacklist del Majli (Parlamento iraniano).
Il problema è che i paesi citati in precedenza hanno una forte presenza islamica sul territorio, di conseguenza sembra piuttosto strano che abbiano deciso di sanzionare un paese teocratico, sulla base dell’inclusione che dicono di voler portare avanti nonostante i tragici episodi degli ultimi tempi. Peraltro stiamo parlando di tre Governi piuttosto deboli dal punto di vista politico: partendo dalla Francia divisa dopo le elezioni nazionali, in cui la sinistra ha fatto di tutto per evitare la vittoria di Le Pen, passando per la Cancelleria tedesca di Scholz, non poco in difficoltà dopo l’aScesa di AFD e dell’BSW. In conclusione l’Inghilterra di Starmer non se la passa poi tanto meglio, dopo la quantità di scontri avvenuti nell’ultimo periodo tra polizia e manifestanti, stanchi della linea blanda adottata dai laburisti nella stretta sulle migrazioni e sulla pubblica sicurezza.
Per contrastare un avversario in un altro continente, bisogna dimostrare di avere i nervi saldi nel proprio territorio, oppure il rischio è quello che il nemico possa servirsi delle debolezze per attaccare o rigirare a suo favore tutte quelle condizioni che prima sembrava potessero creargli un danno importante. Di certo l’Iran non si farà spaventare dalle ennesime sanzioni ricevute, visto che quelle statunitensi hanno fatto in modo che lo Stato in considerazione fosse completamente segregato rispetto alle logiche dell’Occidente. Di nemici ne hanno moltissimi, dagli USA fino all’Europa, non è un segreto. Il punto è che adesso per impressionarli ci vuole ben altro che una sanzione, soprattutto ora che Teheran può contare sull’aiuto dei BRICS e risollevarsi economicamente senza doversi sforzare più di tanto per trovare soluzioni alternative.