Non si sono ancora spenti i riflettori allo “Stade de France” dove si è tenuta la cerimonia di chiusura della XXXIII edizione dei Giochi Olimpici moderni che la sinistra italiana torna a chiedere una modifica della legge per l’ottenimento della cittadinanza.
Sinistra unita per modificare la legge sulla cittadinanza ma divisa sul come farlo
Se da una parte tutti i partiti d’opposizione sono uniti nel chiedere un cambio dell’attuale legge per l’ottenimento della cittadinanza italiana, diverse sono le posizioni all’interno del campo largo: per il Partito Democratico di Elly Schlein: “chi nasce o cresce in Italia è italiano”, stessa posizione a favore dello “ius soli” è sostenuta da Azione, Alleanza Verdi e Sinistra.
+Europa si dice essere al lavoro per un referendum per modificare l’attuale legge, in direzione dello ius soli.
Il Movimento 5 Stelle dichiara di essere a favore ad uno “ius scholae” ovvero concedere la cittadinanza a coloro i quali termino un percorso di studi nel nostro Paese, ma si dichiarano comunque disponibili nel convergere su altri modelli.
Attualmente in Parlamento giacciono 6 proposte di legge del Partito Democratico ed altre due depositate dal Movimento 5 Stelle.
È sicuramente “curiosa” la tempistica con cui ciclicamente viene richiesta una nuova legge della cittadinanza: occorre ricordare che prima del Governo di centrodestra guidato da Giorgia Meloni che ha prestato giuramento il 22 ottobre 2022, il Partito Democratico dal novembre 2011 è stato nella maggioranza di tutti i Governi che si sono succeduti da Mario Monti a Mario Draghi, con l’eccezione di una breve pausa – poco più di un anno – durante l’esperienza di Governo “giallo verde” guidato da Giuseppe Conte; per un totale di quasi 10 anni di Governo senza aver mai adottato alcuna modifica all’attuale legge sulla cittadinanza.
Dieci anni in cui, è vero ci sono stati governi di unità nazionale, così come governi politici l’ultimo quello giallo rosso guidato da Giuseppe Conte, ma non solo: il PD ha anche espresso tre presidenti del Consiglio: Enrico Letta, Matteo Renzi e Paolo Gentiloni.
I dati sulle cittadinanze concesse
Secondo quanto viene riportato sembra che ci sia una sorta di piacere nel dipingere il nostro Paese come arretrato o non al passo con i tempi che cambiano; come se bastasse una legge, un atto burocratico a creare senso di appartenenza verso una comunità nazionale o l’adesione ad usi e valori condivisi: come ci insegnano diverse esperienze in giro per l’Europa cercare di regolare l’immigrazione concedendo cittadinanze è sbagliato e soprattutto non funziona.
E a chi critica l’attuale legge sull’immigrazione, si può rispondere con i dati che ci aiutano a ristabilire quella che è la verità: i Paesi dell’Unione Europea, come riportato gli ultimi dati disponibili dell’Eurostat (https://ec.europa.eu/eurostat/en/web/products-eurostat-news/w/ddn-20240229-1), hanno concesso quasi un milione di cittadinanze. L’Italia è stata la prima Nazione in termini assoluti a concedere il numero più alto di cittadinanze, pari a 213.700 ovvero il 22% di tutte quelle concesse dai Paesi europei, segue al secondo posto la Spagna con 181.800 nuove cittadinanze concesse (18% del totale) e la Germania al terzo posto, con 166.600 (17% del totale)