L’Italia illustra la manovra all’Eurogruppo, ma la stampa estera parla di Asia Argento

Volendo fare un giretto stamane sulla stampa internazionale, non si trovano notizie o citazioni evidenti sull’Italia, a parte che su Asia Argento. Sembra incredibile, ma almeno due grandi testate internazionali riportano in prima pagina il richiamo ad articoli sull’attrice italiana e il ragazzotto americano che lei avrebbe insidiato o concupito o violentato, insomma qualcosa di sessuale che ancora non c’è chiaro.

Nulla contro l’Argento, di cui non ci interessano minimamente né le frequentazioni pubbliche né quelle private, ma che sia lei la notizia sull’Italia la dice lunga sulla bassissima considerazione che ormai godiamo fuori dai confini nazionali. Un’attricetta di non particolare talento, che probabilmente nemmeno avrebbe mai girato una pubblicità se non fosse figlia di un famoso registra horror, è tutto quello di cui parlare sull’Italia anche oggi che il Premier Conte, dalle pagine del Corriere della Sera, tranquillizza l’Europa, raccontando che il governo non ha nessuna intenzione di creare problemi con e alle istituzioni europee. Anche oggi, nel giorno in cui il vicepremier Di Maio, nonché Ministro del Lavoro, attacca duramente PD e Forza Italia, accusandoli di tifare per l’aumento dello spread con la speranza di ottenere un’implosione dell’esecutivo, una sorta di “golpe” controllato sulla scorta di quello che accadde all’epoca dell’ultimo governo Berlusconi. E infine, sempre oggi, che il ministro dell’economia Giovanni Tria sta andando in Lussemburgo, dove davanti all’Eurogruppo e all’Ecofin si appresta a spiegare la definizione finale della Nota di aggiornamento al Def, dove si dice che l’obiettivo è una crescita per l’Italia del 1,6% per il prossimo anno, e dell’1,7% per quello successivo. Il tutto nell’ottica di una diminuzione del peso del debito pubblico di un punticino all’anno per i prossimi tre.

Almeno, questo è ciò che Tria ha raccontato in una lunga intervista rilasciata al quotidiano economico Il Sole24 ore, spiegando anche di essere pronto almeno a contenere le preoccupazioni della UE che non ha certo visto di buon occhio lo sforamento del 2%. Sarà, sempre secondo Tria, necessario far comprendere ai burocrati europei che è essenziale in un momento di recessione come questa dare alle famiglie e agli investitori una prospettiva chiara per evitare, dice testualmente, “effetti pro-ciclici”. In pratica, Tria si riferisce alla ciclicità dell’economia, quest’ultima sempre più o meno altalenante, tra periodi positivi e periodi negativi. Da questo punto di vista, andrebbe sempre attuata una politica anticiclica per evitare rischi come inflazione e aumento delle tasse, e diminuire di conseguenza l’aumento della spesa pubblica, cioè una politica pro-ciclica con i suoi effetti negativi. Il ministro ha anche aggiunto che la diminuzione di debito pubblico di un punto all’anno per tre anni non è forte, ma è maggiore di quella realizzata nell’ultimo lustro.

Tria racconta anche di non aver mai minacciato le dimissioni per la manovra in deficit, ma che si è trattata di una mediazione “non da poco”, soprattutto in considerazione che le previsioni di crescita su cui era stato costruito il quadro tendenziale di finanza pubblica dal precedente governo, sono cambiate in modo sostanziale e che già per il 2019 l’eredità lasciata dal governo Gentiloni era un deficit abbastanza vicino al 2%.

Quello che ci sembra di aver compreso nelle parole di Tria è che rimanere nei vecchi tracciati dei governi precedenti senza adempiere alle promesse elettorali di chi ci governa in questo momento, poteva creare altri problemi, in pratica non avviare le riforme avrebbe finito per dare vita a una prospettiva disastrosa, fatta da alta disoccupazione – soprattutto giovanile – e bassa crescita, perché non sempre la diminuzione del debito pubblico comporta anche migliore qualità della vita e stabilità sociale. “Così come è stato fatto”, ha sostenuto il ministro, “c’è spazio per uno straordinario piano di investimenti pubblici, che si dovrebbe rivelare fondamentale per recuperare la crescita, ormai da 10 anni un punto sotto la media dell’Eurozona”.

Per il resto, soprattutto riguardo al reddito di cittadinanza, continuano ad essere nebulose le regole che ne descriveranno i confini, e quindi la platea a cui si rivolge. In compenso Tria rivela che già si sta muovendo la Guardia di Finanza per approntare una sorta di protocollo che permetta di controllare chi richiede il beneficio ed, eventualmente, punire con durezza chi dovesse nascondere redditi.

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