Il tour che il Premier Meloni sta portando avanti in Africa rappresenta una svolta nell’approccio con questo continente, ricchissimo di risorse ma troppo spesso sfruttato e sottovalutato.
I colloqui intercorsi finora tra l’Italia e i vari Paesi africani fanno parte del famoso Piano Mattei che questo Governo intende realizzare in maniera strategica ed efficace, in modo da ottenere una crescita bilaterale. Una formula che, se seguita anche dall’Europa, potrebbe contribuire in maniera sostanziale al cambiamento dell’Africa e dei suoi rapporti con l’Occidente, in quanto questo continente riceverebbe in questo senso molte più opportunità di investimento (convenienti per entrambe le parti) piuttosto che solamente aiuto umanitario, per quanto questo sia necessario.
L’Italia ha iniziato un percorso decisamente diverso da quelli sviluppatisi finora, perché ha deciso di dialogare con le istituzioni africane ponendosi sul loro stesso livello, nell’ottica di realizzare una cooperazione paritaria e non predatoria, che possa rendere questi paesi attivi nel processo di generale crescita e sviluppo, da un punto di vista non solo economico, ma anche sociale, politico e culturale.
Una linea, quella intrapresa dal Governo Meloni, che riceve apprezzamenti da molti, soprattutto da parte di chi la situazione africana la conosce molto bene.
È questo il caso della italo-somala Maryan Ismail, mediatrice linguistico-culturale e docente di antropologia dell’immigrazione, che durante una intervista a Il Giornale ha parlato della recente visita del premier italiano in Africa, menzionando tra le altre cose proprio il tema del Piano Mattei, che sembra essere promosso perché è la stessa esperta a dire che “Ho sempre pensato e scritto che l’Africa abbia bisogno di investimenti economici più che di assistenza umanitaria”.
Ismail ha espresso il suo punto di vista anche in merito alle attuali politiche di immigrazione, sottolineando che “Sin dai primi anni ’80, quando ci sono stati i primi arrivi dall’Africa, le politiche sull’immigrazione sono state fallimentari. Si è sempre agito sull’emergenza e mai in maniera strutturale sulla formazione dei ragazzi stranieri che sono nati qui in modo tale da diventare ambasciatori dell’italianità nel mondo”.
Una dichiarazione che sembra vedere con favore proprio quell’approccio strutturale e responsabile che il Governo sta portando avanti soprattutto per ciò che concerne i flussi migratori, cercando sì di intervenire sull’emergenza, ma puntando a risolverla per poter finalmente affrontare il problema in maniera strutturata e ordinaria.
Dunque la politica internazionale che sta attualmente perseguendo l’Italia sembra procedere sulla strada giusta, tanto da essere vista con positività da coloro che, per la loro stessa esperienza personale e professionale, hanno toccato con mano la realtà africana e sanno di cosa stanno parlando. In un suo recente post di Facebook, sempre Ismail ribadisce anche che “Finalmente si sta comprendendo che le nostre risorse sono strumento di speranza e sviluppo per milioni di africani e per il mondo intero. E lo sta facendo, fino a prova contraria, una premier di destra.”