La crisi in Ucraina prima, e l’attacco di Hamas poi, ha fatto emergere una nuova visione del mondo, per cui non è più possibile prevedere lo scoppio delle ostilità. Ciò che è ancora più difficile è arginare tali ostilità, a causa delle regole del diritto internazionale, che oramai possiamo dire essere saltate.
I conflitti, le guerre, le divisioni tra popoli esistono da sempre e, tragicamente, continueranno a esistere.
Oltre che sotto l’aspetto umano, poi, le guerre producono conseguenze anche dal punto di vista di uno dei settori più importanti per la stessa sopravvivenza delle comunità: l’economia.
Ma come si collegano conflitti internazionali e risvolti economici?
A spiegarlo è Lawrence Summers, ex Segretario del tesoro Usa e professore alla Harvard University, che sottolinea la necessità di seguire i conflitti bellici sotto ogni loro sfumatura.
Come riportato da Milano Finanza, secondo l’economista statunitense: “Una finanza sostenibile dipende da economie sostenibili. E la sostenibilità dell’economia dipende da un senso di continuità, da un senso della norma, da un senso di stabilità e da un senso di sicurezza. E se si permette alle nazioni di invadere impunemente altre nazioni, se si permette ai terroristi sostenuti dai governi di sfogarsi su civili innocenti senza reagire, se si permette che le minacce di distruggere gli accordi esistenti rimangano senza risposta, il mondo diventerà un posto molto più misero e meno prospero”.
“Ecco perché tutti noi che ci occupiamo di temi finanziari abbiamo un grande interesse per le decisioni che il mondo sta prendendo in un momento così importante”, prosegue.
Il motivo è semplice, e legato al fatto che l’economia e la finanza prosperano, così come moltissimi altri aspetti della società, proprio in tempo di pace. “L’istituzione del mercato unico in Europa, che ha riunito paesi che avevano combattuto guerre tra loro quasi ogni mezzo secolo o addirittura per un millennio. La formazione delle istituzioni gemelle di Bretton Woods, la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale, la visione di un mondo in cui le nazioni potessero commerciare, impegnarsi, prosperare e vedere che quando una nazione prosperava, anche le altre prosperavano. La conseguenza di questa prosperità è stato un periodo di successo straordinario. L’umanità non ha mai assistito a questo tipo di progressi nel migliorare la vita di così tante persone con così poca guerra, come è avvenuto negli ultimi 78 anni.”
Per ciò che concerne la Guerra nel blocco mediorientale, dice Summers, “le sfumature della strategia nei confronti dell’Ucraina possono essere discusse e dibattute da studiosi ed esperti politici più e più volte, in diverse generazioni. Le complessità del Medio Oriente sono pressoché infinite”.
“Le scelte che tutti noi facciamo, le istituzioni che formiamo, i debiti che contraiamo o non contraiamo, il modo in cui allochiamo o meno le risorse non sono mai stati così importanti”, ammonisce infine lo statista.