Nel giorno del 162esimo anniversario dell’Unità d’Italia, primo leader di destra nella storia, a 27 anni dall’ultimo capo del Governo, il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha solcato il palco del XIX Congresso Nazionale della CGIL a Rimini.
La platea del sindacato “rosso” per eccellenza l’ha accolta contestandola con il non inaspettato canto di “Bella Ciao”, ma non ha scalfito la fermezza della premier che ha dato inizio al suo intervento riservando una prima, elegante e misurata stoccata politica ai contestatori. «Ringrazio tutta la Cgil dell’invito. Ringrazio anche chi mi contesta, con degli slogan efficaci come: “pensati sgradita”. Non sapevo che Chiara Ferragni fosse una metalmeccanica…“», primo punto segnato e procede nel suo intervento con coraggio invidiabile.
Poi continua ancora sulle contestazioni in corso, si potrebbe dire, per rompere il ghiaccio: «Questo vostro congresso è un esercizio di democrazia che non può lasciare indifferente chi ha responsabilità decisionali. Ho letto ricostruzioni che mi hanno divertito, che avrei messo in discussione mia presenza per paura dei fischi, sono trent’anni che mi fischiano, sono cavaliere al merito di questa materia ».
Subito dopo, il doveroso richiamo all’unità nazionale, nel giorno in cui questa viene celebrata, ma con l’eccellente e patriottica riflessione sul valore della contrapposizione, purchè ci si senta in una comunità di destino che abbia come fine ultimo il bene della Nazione: “Con questa presenza, con questo confronto, credo che noi oggi possiamo autenticamente tentare di celebrare l’Unità nazionale. La contrapposizione ha un ruolo positivo, addirittura educativo per qualsiasi comunità. L’Unità è un’altra cosa, è l’interesse superiore. E’ il comune destino che dà un senso alla contrapposizione”.
Visione e pragmatismo sulle maggiori questioni strategiche, economiche, sociali – Italia hub energetico, dignità alle fasce deboli attraverso il lavoro e non con assistenzialismo, crescita economica e istanze dei lavoratori come connubio irrinunciabile – in un finale di intervento che ha rivendicato l’azione di governo, senza tuttavia rifiutare il confronto, anzi, valorizzandone l’efficacia se destinato a migliorare le sorti del Paese.
Un discorso storico da parte del Presidente del Consiglio che mai come oggi, in un inedito campo avverso e politicamente ostile, ha dimostrato una postura da statista e la sincera intenzione di unire tutti i cittadini, rispettando le diverse posizioni, in un percorso comune per il bene dell’Italia.