L’Occidente rinasce grazie a Donald J. Trump

Questo editoriale non avrei potuto scriverlo che qui, dove mi trovo in questo istante: dentro la Trump Tower. Perché tra queste mura c’è tutta l’essenza del trumpismo nella sua accezione più ampia, ovvero l’intero percorso compiuto da Donald Trump, un cammino fatto di successi che possiamo toccare con mano, come i suoi grattacieli, ma anche di cadute che avrebbero ucciso chiunque. Ma non lui. 

«Quando qualcuno vi dice che il vostro sogno è impossibile da realizzare, continuate a lottare, lottare, lottare con ancora più forza. Usate la parola “impossibile” come pura motivazione», in questo passaggio di uno dei suoi discorsi più ispirazionali, troviamo la risposta alle fandonie che sinistra e media mainstream continuano a diffondere anche in queste ore, non rendendosi conto che milioni di persone in America e nel resto del mondo lo amano, per il semplice fatto che lui dimostra di amare loro. Ancora una volta, con i fatti.

Un vecchio detto russo dice che tutto ciò a cui non dedichiamo tempo marcisce. Un concetto fondamentale, che possiamo applicare a tutto: dalle piante che abbiamo in casa, al lavoro, fino alle nostre relazioni personali. Ebbene, la sinistra non solo ha smesso di dedicare tempo alle classi sociali più fragili ma, considerando il loro consenso un diritto acquisito, ha addirittura voltato loro le spalle, trattandoli con disprezzo e sputando loro addosso insulti come “deplorabili” (Hillary Clinton, 2016), “nazisti” (Kamala Harris, 2024) e perfino “spazzatura” (Joe Biden, 2024). 

Un vero e proprio cortocircuito che ha mandato letteralmente in tilt anche i mezzi d’informazione, che dal 2016 hanno consapevolmente imboccato il viale del declino, sacrificando ogni briciolo della loro autorevolezza sull’altare dell’odio ideologico, ma la realtà dei fatti dice che anziché distruggere Trump, hanno distrutto loro stessi. Otto anni durante i quali siamo stati letteralmente bombardati da una narrazione completamente falsa, atta a manipolare l’opinione di milioni di persone in tutto il mondo con l’obiettivo di omologarci tutti al pensiero unico. 

«Chi pubblica e diffonde “disinformazione” deve essere sbattuto in galera e riprogrammato». In queste parole pronunciate qualche settimana fa da Hillary Clinton troviamo la linea liberticida perseguita dalle sinistre in tutto l’Occidente per eliminare chiunque esprima un’opinione differente dalla loro. Elogiavamo Trump e venivamo definiti nazisti; sostenevamo i valori fondanti di Dio, Patria e Famiglia e ci davano dei fascisti; rifiutavamo i folli dettami dell’ideologia woke e venivamo etichettati come trogloditi omofobi. 

Ci hanno bullizzati per anni, ma adesso basta. 

Ricorderemo questo 5 novembre come un giorno di liberazione dal regime più antidemocratico dai tempi delle dittature del ‘900, condotto da un establishment globalista disposto a tutto pur di cinesizzare l’Occidente cancellandone la storia, azzerandone le identità e demolendone i valori fondanti che – guarda caso – affondano le loro radici nei principi di libertà, sacralità della vita e rispetto della persona.

Ovvio che questo evento straordinario avrà un impatto potentissimo anche sull’Italia: non a caso sono anni che dico e scrivo che Donald Trump è l’unica speranza di sopravvivenza per l’Occidente. Ora sta ai governi guidati da patrioti, a partire da Giorgia Meloni, affiancare Donald Trump in questa opera di ricostruzione sopra le macerie lasciate dalla sinistra woke e dall’establishment globalista: parlo del superamento delle laceranti divisioni sociali, della fine dello scellerato approccio ideologico a temi fondamentali come il green, la sicurezza e l’immigrazione perché, come disse Trump all’assemblea dell’Onu nel 2019, «il futuro non appartiene ai globalisti, il futuro appartiene ai patrioti». Aveva ragione, anche stavolta. 

Grazie per non esserti arreso, Donald!

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Alessandro Nardone
Alessandro Nardone
Consulente di marketing digitale, docente alla IATH Academy, è autore di 9 libri. È stato inviato di Vanity Fair alle elezioni USA dopo aver fatto il giro del mondo come Alex Anderson, il candidato fake alle presidenziali americane del 2016.

2 Commenti

  1. la sx, con diverse sfumature culturali proprie delle varie Nazioni – Italia e USA – è sempre la stessa, ovvero se ne fotte del benessere del popolo che amministra anzi, al contrario, la povertà del popolo è necessaria per illuderlo di un benessere che non arriverà MAI e restare al potere sull’onda dell’illusione del prossimo – impossibile – benessere

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