Se la salute di un Paese si vede dalla sua economia e dalla capacità di creare occupazione, allora l’Italia non deve temere alcun malanno di stagione.
I dati confermano quanto politiche serie e oculate bastino per risollevare anche le condizioni peggiori, semplicemente attraverso un’adeguata analisi di contesto e una lucidità politica.
Questo è quello che fa il governo Meloni, che porta più lavoro ai cittadini e abbandona quella logica assistenzialista che troppo spesso avvilisce l‘aspirante lavoratore relegandolo ai margini della società.
Il 28 luglio escono due documenti importanti. Uno è di BankItalia, che con la nota “Il mercato del lavoro: dati e analisi” conferma la costante crescita dell’occupazione che ha creato circa 280.000 posti di lavoro nel settore privato non agricolo solamente nella prima metà dell’anno, il 15% in più rispetto al primo semestre del 2022 e ben il 55% nel confronto con il secondo semestre, Nel complesso del primo semestre del 2023, l’incremento dell’occupazione dipendente è stato sospinto dalla componente a tempo indeterminato, fondamentale per la generale stabilità di famiglie e imprese.
A marzo e aprile inoltre il numero di disoccupati amministrativi si è ridotto, dinamica che si associa al più consistente aumento dell’occupazione.
Sul fronte Reddito di Cittadinanza, su cui il Governo Meloni è intervenuto in maniera forte, da quanto emerge dall’Osservatorio Inps sul Reddito e la Pensione di cittadinanza nei primi sei mesi del 2023 le richieste di Reddito e Pensione di cittadinanza sono crollate rispetto allo stesso periodo del 2022 passando da 899.338 a 486.190 con un calo del 45,94%.
Segnale forte di come se, messi nelle condizioni adeguate, i cittadini in grado di lavorare riescono a trovare occupazione e contribuire non solo alla loro crescita personale e professionale, ma, più in generale, diventino il principale motore della nazione, trainandola verso un futuro sempre più ricco e florido.
La narrazione per cui l’unica soluzione possibile alla mancanza di lavoro e di occupazione era quella di adottare misure puramente assistenzialiste è stata smentita dai fatti. Oggi l’Italia è un Paese che propone possibilità a chi ha tutte le condizioni per immergersi nel mercato del lavoro e che non si dimentica dei più deboli, offrendo loro un sostegno a 360 gradi. Tale modello combina politiche occupazionali e politiche di supporto alla popolazione fragile. Questo è un modello che guarda avanti e che in maniera lungimirante vuole fare del nostro Paese un pilastro dell’economia, ribaltando quella visione in cui il mondo del lavoro è stagnante e in cui non c’è possibilità di cambiare tale status quo. Le misure prese negli ultimi nove mesi hanno dato prova di come tutto ciò è stato invece ribaltato, tanto che l’Italia torna in pista riuscendo ad incrementare le proprie capacità economiche e la propria competitività.
Solo una riflessione per il futuro: lo Stato non dia più regalie a nessuno, è sempre difficile, poi, toglierle.
Con affetto
Alessandro