“Colpire una persona con paragoni ingiuriosi non è libertà di espressione ma un atto violento e un implicito via libera all’insulto scomposto nei confronti, tra l’altro, di alti rappresentanti istituzionali. E non può essere data la patente d’impunità a chi paragona un esponente di governo al capo di una feroce dittatura che ha segnato le pagine più buie e crudeli della storia del ventesimo secolo”. Così il deputato di Fratelli d’Italia, Antonio Baldelli, commenta l’esito del procedimento nei confronti della docente dell’Università “La Sapienza”, Donatella Di Cesare, che aveva dato del “neohitleriano” al ministro dell’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, Francesco Lollobrigida.
“Martin Luther King, icona della libertà e dei diritti civili, amava affermare che la libertà di ognuno si ferma laddove comincia quella dell’altro. Per carità le sentenze non si commentano, tuttavia stupisce la decisione del tribunale di Roma di archiviare il procedimento contro la professoressa Di Cesare, dopo quanto gravemente affermato dalla stessa. Perché è vero che c’è una libertà di espressione che va garantita ma è altrettanto vero che c’è una libertà a non essere assimilati a personaggi come Hitler, che rappresentano il male assoluto. Spero solo che, nel giudizio, non abbiano influito pregiudizi, perché per me, come per tanti, è una decisione incomprensibile. Spero – conclude Baldelli – di avere il diritto di criticare un verdetto giudiziario senza essere accusato di attentato alla magistratura”.