L’ossessione sinistra contro Arianna Meloni: “È sorellismo”. FdI: “Non accettiamo lezioni”

Le opposizioni ormai non hanno linee politiche, ma ossessioni, strategie comunicative basate perlopiù su fake news e fantasiose invenzioni che hanno sempre nel merino – e chi sennò? – Giorgia Meloni. In questo caso, sua sorella, Arianna, responsabile della segreteria politica di Fratelli d’Italia. E per l’occasione, un po’ da gradassi, hanno coniato un nuovo termine: “sorellismo”.

La colpa di Arianna Meloni è probabilmente essere la sorella del Presidente del Consiglio. Poco importa se, proprio per questo, non ha ruoli nelle Istituzioni malgrado sia una militante di spicco da poco meno di 40 anni: a sinistra, pur di inventarsi una nuova battaglia da combattere, lanciano accuse e cercano di fare baccano. Se la sono presa, di nuovo, con Arianna Meloni perché ‘rea’ di essere apparsa alla direzione di Fratelli d’Italia che si è svolta sabato in mattinata. Fiumi di critiche, a partire da Italia Viva: “In assenza di Giorgia Meloni, oggi è la sorella Arianna che indica la linea al Paese. L’Italia del merito: basta nepotismo, solo sorellismo” ha scritto su X il capogruppo alla Camera, Davide Faraone. Più forte il commento del senatore Matteo Renzi: “La sorella del capo del governo chiude la direzione nazionale del partito invitando tutti a sostenere il capo del Governo. Succede solo in Italia e in Corea del Nord”.

Fratelli d’Italia la difende: “Ha fatto un passo indietro per il suo cognome: il contrario del familismo”

Fratelli d’Italia fa quadrato intorno alla sorella della premier. Il deputato Salvatore Deidda spiega che le opposizioni “entrano in merito alle nostre assemblee di partito come se Arianna Meloni fosse stata imposta come presidente del Consiglio e non fosse una militante e una dirigente che è cresciuto con noi da 35 anni”. E poi, in riferimento ai commenti dei renziani, “ho chiesto al collega Davide Faraone se mi può elencare i partiti e le coalizioni che hanno eletto e portato in Parlamento marito e moglie, fidanzato e fidanzata e compagna e compagna. Se parliamo di famiglie, meglio fare chiarezza”.

È dunque una vera e propria ossessione. Le opposizioni da mesi hanno invocato una sorta di insolita regia nella mani di Arianna Meloni, con cui sarebbe riuscita a nominare suoi uomini in Rai, nelle Ferrovie e in altre partecipate dello Stato. Notizie inventate da certi giornali e sempre prontamente negate dalla diretta interessata, anche se la smentita non veniva mai presa in considerazione: bastava lanciare il titolone contro di lei e il gioco era fatto. Una situazione che sembra essere sul punto di esplodere ad agosto, quando Alessandro Sallusti lanciò sul Giornale uno scoop tremendo: “Vogliono indagare Arianna Meloni”. Un’indagine che si sarebbe basata sul nulla, su indiscrezioni e su fake news. E forse proprio l’attenzione mediatica riposta su quello scoop bloccò l’operato di qualche toga rossa in malafede. Chi lo sa… Anche Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, ha spezzato una lancia in favore di Arianna Meloni: “Ricordo quando facevamo attività nel movimento giovanile assieme – ha detto in un’intervista al Giornale –. Se non si chiamasse Meloni minimo sarebbe parlamentare. Chiamandosi così ha ritenuto di fermarsi prima, proprio l’opposto del familismo. Mi sembra che si facciano due pesi e due misure. A Bologna abbiamo avuto Silvia Prodi consigliere regionale e Vittorio Prodi presidente della Provincia. Non mi sembra che da sinistra possano dare lezioni anche su questo”.

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