Un’inchiesta portata avanti dal Giornale ha rivelato alcuni presunti conflitti di interesse di Lucia Annunziata, l’ex giornalista Rai che ha rotto in malo modo (ma ora si scopre anche con piacere) i suoi rapporti con la Tv di Stato. Per i più non era stata una casualità il suo abbandono degli uffici di viale Manzoni e la sua candidatura al Parlamento europeo tra le file del PD, annunciata dalla segretaria Elly Schlein a pochi mesi di distanza. E si aggiunga pure che, nel dimettersi, la Annunziata aveva dato una spiegazione meramente politica, spiegando di non essere d’accordo con l’approccio del Governo Meloni alla Tv di Stato: “Non condivido nulla – disse all’epoca dei fatti – dell’operato dell’attuale governo, né sui contenuti, né sui metodi. In particolare non condivido le modalità dell’intervento sulla Rai”. Ma ora il Giornale rivela che c’è dell’altro.
120mila euro in 10 nesi
Il quotidiano è infatti andato a controllare le documentazioni presentate dalla stessa Annunziata presso l’Unione europea: come da prassi per ogni europarlamentare, la Ue sottopone ogni eletto a una verifica in merito alla titolarità di requisiti di correttezza. Tra i documenti richiesti, ad esempio, vi sono i depositi bancari, fino a tre anni prima dell’elezione. È stato scoperto che tra quelli dell’Annunziata vi sono contratti dal valore persino di 120mila euro: si tratta di una consulenza prestata dalla giornalista a una banca, la Ifis, per la durata di 10 mesi lavoro, fino all’aprile del 2024. In pratica, il valore corrisposto è di 12 mila euro al mese, che equivale quasi al reddito annuale di un operaio. Oltre alla Ifis, anche la banca Fideuram ha rilasciato alla Annunziata un assegno da 18mila euro per alcune prestazioni professionali: il suo titolo era quello di “speaking engagement”. Nulla di irregolare, sia chiaro, tant’è che, come detto, le consulenze sono ormai di pubblico dominio, presentate e rivendicate dalla stessa Annunziata in sede europea.
L’inchiesta e le date
C’è un ma: il dettaglio è nelle date. Come anticipato, il contratto siglato con la banca Ifis ha avuto durata di dieci mesi, dal giugno 2023 all’aprile 2024. Ciò che non è stato impossibile ignorare è che la data delle dimissioni dalla Rai di Lucia Annunziata sono arrivate il 25 maggio 2023, dunque appena sei giorni prima che il contratto entrasse in vigore. Dunque, mentre la Annunziata veniva fatta passare dall’intellighenzia come una vittima della presunta censura governativa, veniva “risarcita” da uno stipendiuccio di 12mila euro al mese. E c’è dell’altro, perché anche in merito alla data di fine contratto il Giornale ha sollevato qualche dubbio: la candidatura della Annunziata è stata annunciata nel marzo del 2023 e dunque da allora è partita la sua campagna elettorale. Ma se abbiamo detto che il suo contratto con la Ifis sarebbe scaduto ad aprile, all’epoca della candidatura mancava ancora un mese di contratto. Ed è qui che sorge il dubbio e il possibile conflitto di interesse: Lucia Annunziata si pagava la campagna elettorale con i soldi di una banca?