L’UE finanzia la propaganda green, ma i giornaloni parlano di nazismo e saluti romani

Dopo l’11 settembre Dick Cheney, il plenipotenziario vice di George W. Bush, passò ai giornalisti del New York Times Michael R. Gordon e Judith Miller un dossier fake in cui era scritto che Saddam Hussein stava costruendo la bomba atomica. Qualche giorno dopo, il giornale ci fece un titolo a nove colonne e lui poté andare in televisione a dire «sanno tutti che Saddam sta costruendo l’atomica, lo dice anche il New York Times». Insomma, si creò da solo il presupposto per invadere l’Iraq e convincere l’opinione pubblica che fosse l’unica scelta possibile.

Allo stesso modo, l’Unione Europea, ha sottratto milioni dalle tasche di noi contribuenti per versarli nelle casse di gruppi ambientalisti affinché facessero pressione sulla stessa UE chiedendo la realizzazione di quella follia che si scrive Green Deal e si legge favorire le multinazionali che delocalizzano in Cina a discapito delle nostre aziende.

Ovviamente, non uno dei giornaloni mainstream di oggi riporta la notizia. Come si dice? Cane non mangia cane. D’altra parte, c’è da capirli: cosa volete che sia lo scoop del De Telegraaf a confronto di inchieste degne del miglior giornalismo watchdog come quella sui saluti romani immaginari di Elon Musk e sugli ordini esecutivi firmati da quel cattivone nazifasciomofobo di Trump, che si permette perfino di realizzare, a poche ore dal suo insediamento, molto di quanto promesso in campagna elettorale?

Come possono, poi, codesti baluardi dell’informazione indipendente esimersi dal porre questioni di vitale importanza per la sopravvivenza della democrazia, come le dichiarazioni sgomente di Elly Schlein, Rosy Bindi e perfino di Ilaria Salis (Ilaria Salis!) sulla presenza del Presidente Meloni a Capitol Hill, per il giuramento del 47° Presidente degli Stati Uniti d’America, con l’aggravante di essere l’unico leader europeo invitato e per giunta pure donna?

Cosa volete che conti, dinnanzi a tutto ciò, l’ennesima dimostrazione lampante che tutta la loro narrazione ideologica degli ultimi 10 anni è costruita su una montagna di fake news atte a manipolare l’opinione pubblica e, attraverso di essa, le Istituzioni, togliendo sovranità alle nazioni e potere al popolo?

A questo punto la domanda sorge spontanea: perché dovrei andare in edicola e pagare un euro e cinquanta per sentirmi preso per il culo? Ve lo dice uno dei pochi che, fino a qualche tempo fa, ogni mattina ancora si comprava la mazzetta di giornali. 

Oggi, lo dico con la morte nel cuore, salvo qualche rara eccezione soprattutto locale non ne vale più la pena, sia per una questione economica, sia perché quel tempo è investito in modo certamente più redditizio se lo impieghiamo per leggere le notizie su media con una chiara chiave di lettura come La Voce del Patriota e dalla fonte delle fonti, ovvero X.

Tutto il resto è ormai diventato una poltiglia di propaganda di sinistra e fake news che si ostinano a spacciare per informazione, senza rendersi conto che ormai se la cantano e se la suonano da soli. Contenti loro…

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Alessandro Nardone
Alessandro Nardone
Consulente di marketing digitale, docente alla IATH Academy, è autore di 9 libri. È stato inviato di Vanity Fair alle elezioni USA dopo aver fatto il giro del mondo come Alex Anderson, il candidato fake alle presidenziali americane del 2016.

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