L’Ue sta per inviare nuovi armamenti all’Ucraina?

Charles Michel, Presidente del Consiglio UE, ha oggi dichiarato che l’invio delle armi in Ucraina non tarderà a verificarsi: di fatto, la vicenda  non coinvolge una decisione mensile a posteriori, bensì di giorni o settimane.

Michel ha poi dichiarato che l’Unione europea è attualmente impegnata ad aumentare la fabbricazione di nuovi armamenti, tra questi non meno importanti anche i nuovi sistemi di difesa aerea.

Proprio sull’ultimo punto, il Presidente ucraino, Volodymyr Zelensky sembra aver insistito moltissimo negli ultimi tempi: già da ieri, dopo il bombardamento subito a Chernihiv, il Premier ucraino avrebbe sentenziato come di seguito: “Con più difese antiaeree avremmo potuto evitarlo”.

Durante la videoconferenza al vertice UE, Zelensky avrebbe ribadito l’importanza dei sistemi difensivi contraerei, affermando che sia tutt’ora necessario difendere l’Europa dagli attacchi dei droni Shahed iraniani, ora in dotazione russa, e dal resto degli attacchi missilistici programmati dal Cremlino.

Il Consiglio europeo sarebbe già impegnato nelle attività di aiuti da fornire all’Ucraina: la raccolta dei numerosi appelli del Premier ucraino, è da più di due anni un’importante questione su cui gli stati membri hanno concentrato le proprie forze negli ultimi anni.

Non mancano quindi le condanne contro gli attacchi russi per via aerea e terrestre, soprattutto in un momento così complesso come questo, in cui le conflittualità nel continente europeo ed arabo sembrano minacciare l’economia europea, le vite umane e le relazioni internazionali.

Il monito dell’Ucraina, però, non è affatto nuovo, anche considerando le richieste alla NATO di Dmytro Kuleba, Ministro degli affari esteri ucraino, per la ricezione dei missili Patriot. 

Lo scopo dell’Ucraina ora sembra quello di mantenere i propri territori, attaccando anche i sistemi di rifornimento russi – basti pensare agli attacchi verificatisi nella regione di Belgorod -, un piano improntato alla riconquista delle località prese d’assalto dalle forze militari russe: sarà necessario, tuttavia, prestare una capillare attenzione al “Problema nucleare”. Nelle scorse settimane, ha destato parecchie preoccupazioni l’offensiva dei droni sulla Centrale di Kharkiv e del possibile ritorno di una catastrofe simile a quella avvenuta a Chernobyl.

Un conflitto, quello russo-ucraino, che tende a ramificarsi sempre di più: osservando la quantità di fattori che potrebbero livellare le zone di guerra contese, sarà più che fondamentale per i due schieramenti fare bene attenzione alle proprie mosse, per scongiurare catastrofi naturali e/o artificiali, dovute ad errori di calcolo.

Una guerra che ormai da tempo coinvolge direttamente gli Stati occidentali, visibilmente giudicati da Putin come gli arconti dietro la collina, sebbene questa visione risulti piuttosto reciproca, anche considerando il supporto dell’Iran e della Corea del Nord alla causa del Cremlino, oltre alle posizioni piuttosto incomprensibili adottate dalla Repubblica popolare cinese.

Mentre l’Oligarchia moscovita continua a sperare nel crollo della fiducia a Zelensky da parte dei paesi europei, il nuovo problema che quest’ultima dovrà affrontare, sarà proprio l’annessione dell’Ucraina nell’alleanza atlantica: la partecipazione alla NATO da parte dell’ultimo paese citato, potrebbe mettere in crisi il raggio d’azione della Federazione russa, specialmente perché l’invasione e la reticenza a terminare il conflitto potrebbe essere considerata come un’ostilità piuttosto grave. 

Dalle piccole sanzioni, nell’ultimo caso si passerebbe ad un’escalation che potrebbe coinvolgere quasi tutte le potenze globali.

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Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

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