Dimettersi per andare al voto prima che la Corte Costituzionale si pronunci sull’impugnazione della legge elettorale campana da parte del governo. Il coup de theatre sarebbe nelle corde di Vincenzo De Luca. Il presidente della Regione ha convocato i giornalisti per domani, senza specificare il tema della conferenza, ma la tempistica del comunicato di De Luca, pochi minuti dopo l’annuncio dell’impugnazione della legge da parte di Meloni, lascia pochi dubbi sull’ordine del giorno.
“La voce gira”, conferma un parlamentare campano del Pd, “ma quello che fara’ De Luca lo sa solo De Luca”. Il sentiero, agli occhi dei dem, appare stretto anche per lui. Un ragionamento fondato sul fatto che De Luca, al di là degli aspetti pirotecnici del carattere, rimane comunque un dirigente di lungo corso, un uomo di partito, e sa fin dove può spingersi. La scelta di interrompere una legislatura al solo fine di mettere in difficoltà i vertici che non lo vogliono ricandidare rischierebbe di non essere capita dagli stessi sostenitori del governatore. Fra gli esponenti campani del Pd, poi, c’è chi usa argomenti ben più prosaici: “Da qui alla fine della legislatura ci sono otto o nove mesi e altrettanti stipendi per i consiglieri regionali in carica. Cose su cui non si scherza…”. Dai vertici del partito il messaggio che arriva è di ferma determinazione a proseguire sulla strada intrapresa. In altre parole, impugnazione o meno, Vincenzo De Luca non sarà il candidato del Partito Democratico alle elezioni campane. Insomma, “nessuna preoccupazione, qualsiasi cosa accada noi siamo pronti”, sottolinea un alto dirigente dem, sottolineando che la strada è segnata e le decisioni da prendere sono state prese. E’ quanto afferma anche il commissario campano Antonio Misiani: “La posizione contraria del Partito Democratico sul Terzo mandato per i Presidenti di Regione è chiara, nota da tempo e vale in tutto il Paese, a prescindere da qualunque valutazione del Governo sull’impugnazione della legge regionale campana nel Cdm