Dopo due anni di pandemia, l’ennesima proroga dello stato di emergenza, Dpcm e commissari speciali la situazione sembra essere tornata quasi al punto di partenza, tanto che è arrivata proprio in queste ore la nuova stretta anti-Covid voluta dal governo Draghi per frenare l’impennata dei contagi, peccato però che le nuove misure faranno tutto meno che combattere sul serio la pandemia.
Rassumiamo cosa prevede il decreto del 5 gennaio 2022.decreto del 5 gennaio 2022.
Innanzitutto è previsto l’obbligo di vaccinazione per gli over 50 e l’obbligo di Super green pass dal 15 febbraio per chi lavora nel pubblico o nel privato. Ciò significa che:
- chi non lavora ed ha compiuto i 50 anni o li compie entro il 15 giugno 2022 deve farsi il vaccino;
- chi opera in qualsiasi settore ed ha compiuto i 50 anni è obbligato ad esibire il Super green pass sul luogo di lavoro dal 15 febbraio 2022 in poi. Si ricorda che il super green pass consiste non solo nella certificazione del vaccino ma anche da un certificato di guarigione dal Covid o da un certificato di esenzione.
Il decreto che introduce l’obbligo di vaccino per gli over 50 prevede inoltre una sanzione di 100 euro una tantum per tutti coloro (lavoratori e non) che non saranno in regola con l’obbligo vaccinale a partire dal primo febbraio 2022. Lo spiegano fonti di Palazzo Chigi. La sanzione sarà irrogata dall’Agenzia delle Entrate, attraverso l’incrocio dei dati della popolazione residente con quelli risultanti nelle anagrafi vaccinali regionali o provinciali.
Ma le novità non si fermano qui.
Per fruire dei servizi alla persona o di quelli bancari, per andare in banca, in Posta o all’Inps, per entrare nei negozi e nei centri commerciali, servirà il Green pass base, cioè quello che si ottiene dopo la guarigione, con il vaccino o con un tampone negativo.
Ma queste misure non provocheranno certo quell’inversione di rotta nella situazione contagi. SI tratta di un decreto inapplicabile nella sostanza e imbarazzante nella forma. Pensiamo solo alla stramba idea di convincere con 100€ di multa persone che ne hanno spesi molti di più per poter eseguire tamponi per continuare a recarsi nel posto di lavoro. E pensiamo poi all’agenzia delle Entrate che dovrà incrociare i dati per stanare i terribili no-vax cinquantenni, la stessa Agenzia delle Entrate che non è mai riuscita ad incrociare i suoi stessi dati per trovare gli evasori fiscali. Magari già che c’è potrebbe anche provare finalmente a recuperare i 930 miliardi di euro evasi negli ultimi anni, oltre ai 100 euro di onesti cittadini che per libera scelta hanno deciso di non vaccinarsi per paura.
Forse un buon punto di partenza sarebbe stato semmai quello di comprendere finalmente che tra quei 2 milioni e 600 mila ultra sessantenni ancora non vaccinati, non ci sono solo no vax. C’è soprattutto dubbio, paura e timori. Ed è da qui che si dovrebbe ripartire, senza assurde e ridicole coercizioni.
Ma ormai ci stiamo tutti allineando ad un sistema che ha fatto di tutto per de-umanizzare una categoria di cittadini, scaricando su di loro tutta l’incapacità nella gestione di un virus.
Ma il punto è un altro. Ormai appare evidente che il virus non si argina accanendosi contro i non vaccinati (per quanto mi riguarda non utilizzerò più la semplicistica locuzione no-vax), il virus si combatte ostacolandone la diffusione, investendo sulle terapie intensive, assumendo nuovo personale medico ed investendo in terapia e cura. Puntare tutto sul vaccino è stato un errore madornale che sta presentando il conto.
Per questo la nuova stretta non servirà a nulla, anzi quasi a nulla. L’unico merito sarà che a questo punto le persone che si vaccinano non dovranno più firmare alcuna assunzione di responsabilità sulle eventuali conseguenze che ovviamente ricadranno sul soggetto che ha imposto questo obbligo. Non è poco, a dire il vero. Ma neppure questo contribuirà alla lotta contro il virus.